Hayes Carll - Little Rock Highway 87 2005 1/2
inserito 27/05/2005

Un bel passo avanti per Hayes Carll, oggi più che mai tra le voci più interessanti del "new breed" texano. Little Rock arriva a un paio d'anni di distanza dall'esordio Flowers and Liquor. Mi pare che la maturità compositiva di Carll lo ponga ben al di sopra della media: se a livello di testi è ancota azzardato un paragone con mostri sacri come Guy Clark o Ray Wylie Hubbard (con loro Hayes ha scritto due canzoni, rispettivamente Rivertown e Chickens), nella parte musicale l'accostamento ci sta tutto, ed anzi negli aspetti più elettrici io scomoderei volentieri gente quale Billy Joe Shaver o Joe Ely. Prodotto da R.S. Field, uno che sa come far suonare le chitarre, Little Rock sancisce un crescente riconoscimento, anche da parte dei colleghi. Infatti, all'incisione collaborano personaggi del calibro di Bucky Baxter (pedal steel), George Bradfute (basso), l'ottimo Kenny Vaughn alle chitarre e la bella e brava Allison Moorer alle backing vocals. Risultato garantito insomma, mi sembra ovvio, anche perchè Carll sa dosare perfattamente schiaffi e carezze, tosto country-rock, rigorosamente made in Texas, e ballate da crepuscolo. I debiti verso la voce e lo stile di Hubbard mi sono apparsi subito immensi ascoltando la vigorosa Wish I Hadn't Stayed So Long, brano d'apertura che definisce la forza della registrazione. Ancora meglio la succesiva Take Me Away, ballad acustica molto evocativa con dobro al seguito, il profumo del border che sale lontano un miglio. Quello che non si può fare a meno di notare è la maggiore convinzione dei propri mezzi. Una sola battuta d'arresto, a mio avviso, va segnalata: Good Friends, un western swing vecchia maniera, in duetto con la Moorer, è senza dubbio divertente, ma suona fuori luogo nell'atmosfera cruda, da autentico troubadour e rocker di frontiera. Basta confrontarla con certi ruspanti "rockacci" quali Down The Road Tonight e Little Rock, oppure con il classico country rock di Hey Baby Where You Been, per rendersi conto dela differenza. La voce di Carll ha la cadenza giusta, è roca e un po' strascicata, quasi pigra, si esalta nella desertica Rivertown, nella solitaria Long Way Home, per tornare infine alla matrice country-blues di Sit In With The Band e Chickens, dove non avrebbe stonato un cameo di Gurf Morlix, un produttore che prima o poi Carll dovrà decidersi a contattare: sarebbe l'uomo giusto per risaltare il sound del songwriter texano. In ogni caso risulta assai più convincente questo Little Rock di altri incensati lavori di colleghi quali Slaid Cleaves o Cory Morrow.
(Davide Albini)

www.hayescarll.com