inserito 27/02/2009

Tom Gillam & Tractor Pull
Play Loud...Dig Deep
[
Blue Rose
 2009
]



Tornato direttamente dall'inferno, dopo una serie di infarti che ne avevano seriamente minato la salute e di conseguenza la carriera, Tom Gillam dimostra di essersi perfettamente ristabilito in questo spumeggiante e roccioso live intitolato Play Loud...Dig Deep, spalla a spalla con i suoi Tractor Pull. Registrato fra il 2007 e 2008, "somehere in America" come recita il sottotitolo, si tratta della testimonianza del lungo e fortunato tour che ha fatto seguito alla pubblicazione di Never Look Back, quarto e più recente lavoro di studio, il primo per la Blue Rose a raggiungere il pubblico europeo. Avevo in realtà potuto apprezzare le gesta di questo onestissimo rocker della Pennsylvania già con il precedente Shake my Hand, disco del 2005 che metteva in evidenza un ottimo artigiano del roots rock e che gli era valso addirittura qualche paragone importante con John Hiatt.

Play Loud...Dig Deep, che tra l'altro nella sua scaletta saccheggia in lungo e in largo proprio i due album poc'anzi citati, lo avvicina piuttosto alla grande epopea del southern rock, dilatando spesso le canzoni in interminabili jam (dieci i brani, ma sfioriamo i settanta minuti) che non possono non richiamare quello stile: dai dodici minuti e mezzo di una infuocata e bluesata Shake My Hand, in cui si evidenzaino anche le qualità vocali di Gillam come performer ai dieci e passa di uno strano medley fra un vecchio classico dei Monkees (The Girl I Knew Somewhere di Mike Nemsith) che sfuma in una trascinante coda finale dove la slide dello stesso Tom Gillam duella con l'ottimo sparring partner Craig Simon. I Tractor Pull sono completati da un terzo chitarrista, Joe Carrol (che si occupa più che altro di acustica e mandolino), da Tim MacMaster al basso e David Latimer ai tamburi. Insieme mettono in piedi uno show di tutto rispetto, un sound robusto (la stonesiana Devil in My Heart, piccante al punto giusto) ma mai dozzinale, che dalle scudisciate che la band ci riserva con l'iniziale Outisde the Lines (sembrano i Georgia Satellites, tanto per citare un altro riferimento) passa a polversose ballad come Rainbow Girl e Dallas, quest'ultima tra le punte di diamante del live, con una lunga intro e relativa improvvisazione finale ed un impasto di chitarre che sta fra i Crazy Horse e l'Allman Brothers, fatti i dovuti distinguo si intende.

Per sancire l'appartenenza di Gilllam a tutto quel mondo sotterraneo che chiamiamo Americana, Play Loud...Dig Deep prevede anche momenti più tradizionali, tra cui gli aromi country di Stand by You, anche se la specialità di casa, si sarà capito presumo, sono gli svolazzi della bandiera musicale confederata e le slide guitar, che infatti tornano trionfali nel finale di Diamonds (In the Rough), altra dimostrazione del grande cuore rock che pervade i Tractor Pull e il loro condottiero Tom Gillam: la sua musica suonerà per qualcuno anche troppo derivativa, ma possiede un'anima e sapete quanto conti un simile dettaglio da queste parti.
(Davide Albini)

www.tomgillam.com
www.myspace.com/tomgillamstractorpull


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