inserito 18/01/2010

Matthew Grimm & The Red Smear
The Ghost Of Rock & Roll
[
Mud Dauber Records  2009
]



Vi ricordate di Same Old Story, primo folgorante ep d'esordio degli Hangdogs? Un dischetto che ascoltato oggi, a quindici anni di distanza, non ha ceduto freschezza e incisività allo scorrere del tempo. C'era incredulità riguardo a questa band di strampalati newyorkesi innamorati del rock 'n' roll, apparsi dal nulla come tanti altri gruppi nel pieno esplodere del fenomeno roots-rock e segnalatisi da subito per la positiva energia delle proprie canzoni. Sembrava quasi incredibile che, nell'ambiente urbano della grande mela, ci potessero essere band di country-rock animate da un fremente spirito elettrico. Gli Hangdogs erano forse la punta di un piccolo iceberg, ma ci sapevano fare e lo hanno dimostrato con altri quattro album (l'ultimo, Wallace '48, è del 2003) . Poi è sceso l'oblio, perlomeno da questa parte dell'oceano, si sa per certo che si sono riformati nel 2008 per una data dal vivo, poi silenzio.

Si fa rivedere invece con il secondo disco solista quello che degli Hangdogs era il cantante e autore di tutti i brani, il giornalista e a tempo perso rocker Matthew Grimm. Più che del fantasma evocato nel titolo, nel caso di Grimm bisognerebbe parlare di uno spirito (benigno, sia chiaro) del rock 'n' roll, che deve averlo posseduto e che non sembra volerlo abbandonare. Dei vecchi compagni di ventura non c'è più traccia e non è detto che prima o poi non si senta parlare ancora di loro. Grimm intanto si è affiancato a una nuova band, i The Red Smear, che non hanno niente da invidiare agli Hangdogs e che anzi hanno molti punti in comune anche a livello sonoro, tanto che spesso si fa fatica a notare una differenza marcata. Questo è forse il limite di The Ghost Of Rock & Roll: non sembrano esserci stati cambiamenti sostanziali tra la produzione precedente e questa nuova fase solista.

Certo la scrittura di Grimm è sempre di buon livello e i brani sempre belli tosti. Il piccolo intermezzo nella spedita White, dove un inserto hip hop fa deviare la canzone per poi farla tornare alla sicurezza di un sentiero segnato, è un esperimento curioso, ma nulla più. Manca forse l'effetto sorpresa, man mano che si ascolta l'album la sensazione è quella di incontrare un vecchio amico che non è cambiato più di tanto, è maturato, ma non ci sconvolge trovarcelo davanti di nuovo dopo tanti anni. Sono sempre un piacere comunque lo sferragliare delle chitarre di Wrath Of God o di Ayn Rand Sucks e la voce nasale di Grimm, un timbro che ci accompagna da tempo, ma che non ci ha ancora stancato. Bentornato.
(Edoardo Frassetto)

www.redsmear.com
www.myspace.com/redsmear



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