inserito 16/11/2009

Nathan Holscher
Hit The Ground
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Nathan Holscher  2009
]



Sono passati un paio d'anni da Even The Hills, secondo album che aveva confermato la buona vena di questo giovane cantautore dell'Illinois. Aiutato ancora una volta da Ric Hordinski, chitarrista e produttore tra gli altri degli Over The Rhine e di David Wilcox, Nathan Holscher aggiusta ancor di più il tiro e porta a termine un disco che si distanzia dal classico suono Americana. Molti, anche nella stampa straniera, lo avvicinano a quella che è limitante definire scena, ma la verità è che questo songwriter ha uno stile personale che non ha molto a che spartire con la musica country o con il folk. Piuttosto è un certo rock melodico che ascoltiamo in questi dieci brani di Hit The Ground, un disco che ci convince per la bravura di questo autore. Nathan sa scrivere belle canzoni, su questo non ci sono dubbi. Dal punto di vista della scrittura i riferimenti possono essere ancora ricondotti prima di tutto alla grande scena letteraria statunitense - Nathan infatti si dichiara un instancabile lettore di romanzi - e in seconda battuta ai grandi cantautori/narratori della musica moderna, in primis il Bruce Springsteen di The Ghost Of Tom Joad - influenza che citiamo sempre grazie alle dichiarazioni di questo ragazzo dalla faccia simpatica e dalla voce sfumata.

Una voce che non passa inosservata. Con estrema naturalezza è in grado di passare dalla rock song elettrica alla ballata più delicata. Il vecchio amore per i Dire Straits ha lasciato il segno nella cura delle sonorità, non grezze e ruvide come certi gruppi del filone roots-rock. Si percepisce che l'accoppiata Hordinski/Holscher è concentrata sulla ricerca di un suono completo, avvolgente e che abbia una certa profondità di campo. Si lavora sulle sfumature, sull'atmosfera, sui passaggi musicali di un certo effetto, come gli interventi di piano nell'apripista One Last Day o i deliziosi due accordi di chitarra di Seven Years. Nathan Holscher continua, molto probabilmente per necessità più che per scelta, nella via della più completa indipendenza. Se questo lo libera da qualsiasi obbligo verso un'etichetta o quant'altro può derivare dall'accasarsi, lasciandogli la massima libertà nella sua musica, anche gli preclude la possibilità di una capillare distribuzione dei suoi lavori.

Con Hit the Ground speriamo che qualcuno si accorga di lui. Ci vuole veramente poco per lasciarsi prendere dall'entusiasmo per le sue canzoni. Qualcuno ha accostato il suo nome a quello di Damien Rice per la vena malinconica, noi preferiamo rivendicargli un'identità che speriamo saprà affinare nel tempo. Un altro titolo da aggiungere alla nostra lista degli album più belli di questo 2009.
(Edoardo Frassetto)

www.nathanholscher.com
www.myspace.com/nathanholscher


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