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Todd
Thibaud
Broken
[Blue
Rose 2009]
Grazie ad un percorso artistico dalla coerenza inappuntabile, il quinto
disco di studio di Todd Thibaud non fa che ribadire le coordinate
del suo rock delle radici stemperato da morbide melodie e ganci pop, da
sempre marchio di fabbrica di un autore umile e assai poco considerato.
La scuola di Thibaud è invece vecchia e affidabile, la stessa che ha segnato
un lungo tratto della canzone rock americana: con lui nei paraggi si scomodano
volentieri i nomi di Tom Petty e Jackson Browne, di un rock'n'roll che
sa essere "proletario" nelle chitarre e intelligente nelle armonie...
e per un ragazzo venuto da Boston, piccola culla del "rock di strada"
che fu, è una direzione di marcia che difficilmente ti scrolli di dosso.
Broken non è forse il gioiello migliore della sua collezione
(ci si può rivolgere all'esordio Favorite Waste of Time e al più recente
Northern
Skies), ne tanto meno una rivelazione su cui puntare l'intera
posta in gioco: è soltanto un altro giro a cavallo di ballate elettro-acustiche
intagliate con pazienza artigianale, su cui soffia quella voce brillante
- una delle armi migliori a disposizione di Thibaud - e quell'impasto
di chitarre (quelle dello stesso protagonista e di Thomas Juliano)
sempre così accorte a bilanciare scossoni elettrici (la vibrante title
track, oppure una insolitamente ruvida e bluesy Blue
Skies Back) e delizie dal sapore più smaccatamente roots (Changing
Now, materiale che stuzzicherebbe di sicuro il palato di Buddy
Miller).
Rispetto alle certezze del passato, Broken sembra peraltro abbracciare
una dolce malinconia, un portamento folk rock meno esuberante: rari gli
sconfinamenti in quei territori power pop a cui spesso Thibaud è stato
accostato, in favore di una canzone d'autore che riflette probabilmente
un periodo più introverso e meditabondo della sua vita di uomo e artista.
Allora sono giustificate le tensioni della blues ballad Simple
Man (una vera goduria l'organo di Dave Limina), la cristallina
Man That I Am (con la partecipazione
dell'amico Bill Janovitz dei Buffalo Tom) che si tinge di country
soul, i ricami acustici in The Right One
(alla seconda voce femminile Lori Mckenna) e Where
Do You Go (spunta il mandolino di Sean Staples), momenti di
raccoglimento niente affato insoliti nel songbook di Todd Thibaud, che
lo spingono tuttavia ad avvicinarsi ad un cantautorato più maturo, quasi
ridestato da un'impostazione da troubadour.
Il suo cuore è più smarrito e inquieto del solito in questa occasione,
ci ricama intorno una bella confessione personale (l'iniziale I
Go On, a dire il vero troppo affettata nella forma), ma non
rinuncia in fondo a sbandierare il suo pop rock luminoso che sussulta
attraverso la pianistica e westcoastiana Drifting
e si abbandona ad un acceso fuoco di slide guitar e rock'n'roll stradaiolo
nel finale rassicurante (per il suo stile e la sua storia) di You
& Me. L'onorabilità di Broken, dei suoi contenuti e del suo
autore non sono dunque in discussione: per chi ne volesse sapere di più
è prevista anche un'edizione speciale in doppio cd con i cosiddetti Broken
demos, tredici tracce in versione disadorna più tre inediti assoluti.
(Fabio Cerbone)
www.toddthibaud.com
www.myspace.com/toddthibaud
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