inserito 23/12/2009

Eric Deaton
Smile At Trouble
[Hillcountry records  2009]



L'ultimo decennio potrebbe essere ricordato, non solo per gli appassionati di blues, per la celebrazione del North Mississippi Blues. Un nome su tutti quello impegnato e versatile dei fratelli Dickinson, oltre alla conferma di maestri consacrati nella tradizione del blues delle colline del decennio precedente: Burnside e Kimbrough. Si corre il rischio di sorvolare su un musicista, originario del Nord Carolina e poi impiantatosi nel Mississippi, come Eric Deaton (33 anni). Eric non è uno come tanti e seppur giovane vanta un'esperienza invidiabile. Può bastare sapere che ha suonato con Junior Kimbrough (ogni domenica sera per tre anni di fila), T-Model Ford, Paul ´Wine´ Jones, Big Bad Smitty e Burnside Exploration. Senza dimenticare il suo fondamentale contributo all'interno dello straordinario progetto degli Afrissippi. Lunga l'amicizia di Deaton con Jimbo Mathus (presentato da Luther Dickinson in un locale che si chiamava The Brewery, a Raleigh, nel North Carolina) e che ha coinvolto per le registrazioni di Smile At Trouble, secondo album da solista dopo l'entusiasmante Gonna be trouble here (2006).

Quello che potenzialmente offre questo nuovo album è a dir poco sorprendente e conferma la posizione di Deaton come miglior erede di Junior Kimbrough. Un prosecutore autentico della tradizione del blues delle colline che sa aggiungere al patrimonio dei suoi mentori ulteriore classe e pura passione. Eric Deaton mostra con queste dodici tracce di fare sul serio e soprattutto di saperlo fare. Non c'è un solo brano fuori posto, tutto fluisce senza interruzioni in un unicum blues ipnotico e limaccioso, fatto di rabbiose tenerezze (Sweetheart Blues) e di passaggi fulminanti (Way Down Yonder). La preannunciata apertura alla musica indiana si sposa magnificamente nelle sonorità di Deaton con l'uso blues del sitar, eloquente il preambolo strumentale Alap (una continuazione di quello ascoltato nel precedente album, una formula strumentale che utilizzava dal vivo Junior Kimbrough prima di cominciare il suo concerto) e dissolta nel Mississippi in Tired Of Cryin.

Deaton cresce anche alla voce ed è seguito dagli abituali Jimbo Mathus e dal fedele bassista Justin Showah (Afrissippi), dalla batteria alternata di Kent Kimbrough, figlio di Junior, e dj Charles Cage. Un lavoro da ascoltare nota per nota dalla pulsione boogie di Green Level all'impetuoso substrato di chitarre inserito nella title track, dal funk blues di Turn It Around ai corti (peccato così brevi) intramezzi strumentali di It Must've Bentonia e di Long Lost Love, il primo episodio acustico di riflessione e il secondo trascinante principio di jam. Nulla è da scartare tutto è da ascoltare. Oggettivamente tra le migliori pubblicazioni di quest'anno, un album a prova di usura.
(Antonio Avalle)

www.myspace.com/ericdeaton
www.hillcountryrecords.com




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