inserito 01/08/2009

Muddy Waters
Authorized Bootleg: Live Fillmore Auditorium - San Francisco, Ca
[Geffen/ Universal 2009]



Al di là dei consueti fini commerciali non troppo celati da operazioni di tal fatta, l'apertura di innumerevoli o presunti archivi risulta essere sempre e comunque una questione di curiosità che se non riserva delle sorprese, offre quantomeno un tassello di completamento all'insaziabile ricerca del fan. Da quelli del Wolfgang's Vault relativi agli epocali concerti del Bill Graham's Fillmore West se ne escono allora anche queste tre serate di Muddy Waters del novembre '66, sovrano incontrastato del blues di Chicago alla conquista del West. Il periodo è quello in cui mr. Mc Kinley "Torbide Acque" Morganfield è indirizzato da parte della Chess alla volta della conquista del pubblico bianco di B.B. King, ma gli sperimentalismi indotti non faranno altro che riportarlo a un'inversione di rotta, di nuovo al suo essere bluesman diretto e, secondo alcune sue affermazioni, con un "feeling da piantagione".

Qui il "famoso suonatore di chitarra di Stovall" non ostenta quindi quella fase di passaggio, ma impasta piuttosto delle sonorità più aspre dettate dalla band (e dalla registrazione "bootlegata") in un repertorio live ben rodato, i concerti proposti nemmeno in ordine cronologico, ma secondo il criterio compilativo di iniziare il documento musicale sulla serata del 5 novembre (e poi del 6 e del 4). Probabilmente è perché quella sera Muddy apriva, anzi "squarciava" la sala del Fillmore con Forty Days And Forty Nights, e sfiderei chiunque a non voler sentirla in apertura di disco. Così agli spettacoli della West Coast si assiste all'esibizione sul palco di un cast d'eccezione, tale da far considerare l'armonicista di queste serate George Smith un maestro per gli "harpisti" del blues westcoastiano Kim Wilson e Rod Piazza, Mac Arnold e Francis Clay al basso e batteria ed essendo già Muddy soltanto alla voce, Luther Johnson e Sammy Lawhorn alle sei corde. Il risultato è un godibilissimo ritratto dal vivo affatto artefatto, spontaneo, che vede amalgamare nelle tre sere scalette simili con qualche novità dettata dagli umori della serata, quel che veramente dovrebbe essere per un concerto fatto con arte.

Sicchè a fare testo sul nostro "authorized bootleg" è lo spettacolo della seconda sera, più completo e con sei tracce, che vedono gli evergreen di sempre eseguiti col gran piglio vocale del padrino del blues della Città ventosa, su cui spiccano poi Hoochie Coochie Man che Muddy aveva eseguito anche la sera prima, quindi Rock Me e Baby Please Don't Go inserite la seconda e la terza. L'immancabile Got My Mojo Working chiude la prima tranche di canzoni mentre le stridenti chitarre disegneranno contorni ben definiti degli undici minuti di Thirteen Highway; da segnalare una tagliente Long Distance Call alla fine. Tutto per un piacevole ascolto ( pur ripetitivo) che, se nulla aggiunge alla produzione ufficiale, suona comunque brillante.
(Matteo Fratti)