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Piuttosto
che servire da specchio o da raddoppiamento su se stessa, la narrativa si aggiunge
al mondo, creando una realtà piena di senso che non esisteva prima. La narrativa
è un artificio ma non è artificiale. Sembra tanto senza senso chiamare disonesti
i poteri creativi della mente quanto lo sarebbe chiamare così i poteri procreativi
del corpo. Quello che introduciamo nel mondo è per sé oltre il linguaggio, e a
quel punto il linguaggio è sicuramente lasciato perdere, ma la funzione del linguaggio
creativo è quella di essere dimenticato, di dimenticarsi proprio in quel modo.
La parola è inutile una volta detta, ma deve essere detta. (Ronald Sukenick, 1972) |
100 (libri) per 100 (puntate) a cura di Marco Denti Una puntata "speciale" per raccontare anche una visione della "nostra America": ci sono una trentina di titoli che, in un modo o nell'altro sono stati fondamentali e attorno a quelli abbiamo costruito piccoli aggiornamenti tematici segnalandone altri tre o quattro per un totale di cento libri (circa) in omaggio alle cento puntate di BooksHighway. Niente di più di un promemoria per ricordarci quali sono i confini della nostra ricerca, dove siamo già stati e dove vogliamo andare grazie a BH. Inutile aggiungere che la selezione è limitata da fattori più o meno coerenti (a partire dal nostro background per finire con la reperibilità dei libri e delle traduzioni) e che guardando tra gli esclusi dell'ultimo minuto (Truman Capote, John Barth, Thomas Pynchon, Jonathan Lethem, Alice Munro, David Goodis sono per citare la prima mezza dozzina) viene l'istinto di ricominciare daccapo, ma dovrebbe esserci comunque un panorama sufficiente a rendere il giusto omaggio a BH. Un piccolo, grande spazio di cui vado fiero e per cui ringrazio in modo particolare Fabio Cerbone per l'ospitalità (e l'amicizia), tutti coloro che in queste 100 puntate hanno collaborato (you know who you are) e tutti i navigatori che ci hanno seguito. Per lo speciale ringrazio anche Leonardo Bonazzoli, Vittorio Castelnuovo, e poi Concetta A. Colavecchio, Marco Dellantonio e tutta la redazione di www.lettera.com per i suggerimenti e la collaborazione. Bon voyage e arrivederci al 101. |
Cormac
McCarthy Meridiano di sangue (Einaudi) Epico, trascinante, spietato e asciutto: una grande ballata degna di Sam Peckinpah che porta in un fondo ad un arroyo secco con le polveri bagnate. Un capolavoro e il "nostro" romanzo per eccellenza, insieme alla Border Trilogy (Cavalli selvaggi, Oltre il confine e Città di pianura, sempre Einaudi). Senza dimenticare tutti gli altri passaggi di Cormac McCarthy che non sono mai mancati all'appello di BH. |
William
Least Heat-Moon Prateria (Einaudi) E' un dato di fatto conclamato che le RootsHighway sono "strade blu" e mantengono, anche con un certo orgoglio, una bella distanza dalle autostrade veloci & lussuose, fedeli al primo, indimenticato e romanticissimo libro di William Least Heat-Moon. Però la vera bibbia della Levelland, è Prateria con quel suo cercare in profondità, quell'aggirarsi ossessivo in una porzione minuscola di territorio. La nostra carta d'identità. |
James
Agee Sia lode ora a uomini di gloria (Il Saggiatore) Non è soltanto il più toccante reportage nella "wasteland" della Grande Depressione, in un'Alabama travolta dalla crisi e dalla miseria, ma anche il capostipite di tutti i diari di viaggio americani anche in virtù di un dogma fondamentale: "Le parole non possono rappresentare, possono solo descrivere". E dove non è arrivato James Agee, sono arrivate le fotografie di Walker Evans. Indispensabile (a dir poco). |
Raymond
Carver Cattedrale (Minimum fax) Nella "Carver country", il rock'n'roll ha un ruolo speciale: per quanto poco o nulla appariscente e citato di rado in modo esplicito, condivide lo stesso (dolente, blue collar) paesaggio umano delle short stories di Raymond Carver. Sia che si tratti di "racconti in forma di poesia" (Da dove sto chiamando, Vuoi star zitta per favore? e Di cosa parliamo quando parliamo d'amore) sia nel caso delle poesie trasformate in racconti (il liricissimo Il nuovo sentiero per la cascata, Minimum fax, come tutti gli altri). |
Hunter S. Thompson Paura e delirio a Las Vegas (Bompiani) Il Doc è una guida inimitabile per l'eccentricità, la vena caustica, l'abilità da giocoliere nel giostrare le parole in temi, ritratti, polemiche e omissioni di ogni genere. Consigliatissimi, tra gli altri, anche Meglio del sesso e Cronache del rhum (entrambi BCD) e per associazione d'idee La bestia umana di Tom Wolfe (Mondadori) e Le anatre selvatiche volano al contrario di Tom Robbins (ancora BCD) nonché tutto Lester Bangs: il gran visir dei gonzi, come si sa. Tanto iconoclasti quanto necessari alla nosra salute mentale. |
Charles
Bukowski Storie di ordinaria follia (Feltrinelli) Il principe degli outsiders (il più grande), con cui varrebbe la pena occupare un intero scaffale. Non ha bisogno di altre presentazioni, ma potrebbero fargli compagnia, tra un bicchiere e l'altro, Richard Brautigan con Pesca alla trota in America (Marcos Y Marcos), John Fante con Chiedi alla polvere (Einaudi) e Malcom Lowry con Sotto il vulcano (ancora Feltrinelli). Alla salute, fino alla fine del mondo. |
James Ellroy American Tabloid (Mondadori) Un simbolo e un mito americano, JFK, vagliato dalla verve tagliente di James Ellroy: un saga raccontata in modo impietoso (e strepitoso) a cui viene spontaneo concedere il bis con Sei pezzi da mille (sempre Mondadori). Sul tema si sono spesi in modo diverso e in un certo senso complementare (cioè parlando soprattutto del presunto killer di JFK), ma con altrettanta classe anche Don DeLillo con Libra (Einaudi) e Norman Mailer con Il racconto di Oswald (Bompiani). Tutti i complotti nascono (e finiscono) qui. |
Richard
Ford Sportswriter (Feltrinelli) Oltre ad essere il romanzo più bello di Richard Ford, Sportswriter è un'immaginifica ricognizione sull'insostenibile leggerezza dei legami umani. Consigliabile anche l'intenso Incendi (sempre Feltrinelli) e le variazioni sul tema di Jim Harrison nel leggendario triangolo di Un buon giorno per morire (BCD) fino al ritratto di amicizia & rock'n'roll di Jay McInerney in L'ultimo dei Savage (Bompiani). |
Jack Kerouac Sulla strada (Mondadori) A quarant'anni dalla scomparsa di Jack Kerouac, la sua importanza e quella della Beat Generation tutta è ancora in larga parte incompresa, se non persino inesplorata. Per l'occasione consigliamo anche William Burroughs con il suo allucinante Pasto nudo (Adelphi), l'Urlo (Il Saggiatore) di Allen Ginbserg, ma anche Poesie degli ultimi americani (Feltrinelli) se non altro per la Bomba di Gregory Corso e per ricordare con gratitudine Fernanda Pivano che a questo mondo libero, pacifico e poetico ci ha introdotti fin dalla giovanissima età. |
Michael
Herr Dispacci (Alet) Il libro che ha spiegato il legame indissolubile e misterioso tra la guerra del Vietnam e il rock'n'roll: ritmo, linguaggio e la disperazione di un'intera umanità fanno un capolavoro che, non a caso, ha ispirato Apocalypse Now prima e Full Metal Jacket poi. Capostipite di una lunga serie di libri tra cui vanno segnalati almeno Uno per battere il passo di James Crumley (Esedra) e Slob di Rex Miller (Einaudi) nonché il grande e visionario Nell'esercito del faraone di Tobias Wolff (ancora Einaudi). |
Hubert
Selby Jr. Ultima fermata a Brooklyn (Feltrinelli) Il vangelo dei bassifondi e della "wrong side of the road", per dirla con Tom Waits: duro, livido e spietato fino al cinismo. Un capolinea del degrado umano, se non altro sincero nella sua essenza. Vale anche Requiem per un sogno (Fazi) a cui accostiamo, per vicinanza cittadina (NYC) e umana anche i demoni di Jim Carroll: Jim entra nel campo da basket, Jim ha cambiato strada e Paura di sognare (tutti Frassinelli). |
A.M.
Homes In un paese di madri (Feltrinelli) I legami dolorosi, spesso inestricabili, sempre inevitabili, tra madri e figlie e famiglie narrati da A.M. Homes affondano in un paese, l'America, naturalmente declinato al femminile. A capirlo (o meglio, capirla) ci si arriva anche con L'anno del pensiero magico di Joan Didion (Il Saggiatore), Una famiglia americana di Joyce Carol Oates, (Marco Tropea Editore) o con il superbo (per quanto lancinante) reportage di Donna Gaines, La terra desolata dei teen-ager (Arcana), documento più unico che raro sulla disperazione di una gioventà suicida. |
Stephen
King Stagioni diverse (Sperling & Kupfer) Nel mondo del fantastico e dell'horror ci porta uno dei più grandi rock'n'roll writer di cui spulciamo nell'oceanica bibliografia anche i racconti di A volte ritornano (Bompiani), almeno la prima parte di It (sempre Sperling & Kupfer) e L'ombra dello scorpione (ancora Bompiani). A cui associamo volentieri l'ammirato Richard Matheson (Duel e altri racconti, Fanucci) e l'ammiratore Neil Gaiman con American Gods (Mondadori). |
Lenny
Bruce Parlare sporco e influenzare la gente (Bompiani) L'ironia, la spregiudicatezza, il sarcasmo, la lingua pungente e iconoclasta di Lenny Bruce è un rock'n'roll show a tutto tondo (e, come è noto, se ne è accorto anche Bob Dylan). Suoi degni discendenti, pur con toni diversi, il compianto Pedro Pietri rintracciabile in Scarafaggi metropolitani e altre poesie (BCD) e Eric Bogosian, Note dal sottosuolo (ancora BCD) capaci di seppellire il mondo con una risata. |
Raymond
Chandler Il grande sonno (Feltrinelli) Benvenuti alla scuola dei duri: a Raymond Chandler spetta l'onore di introdurre la difficile arte di sopravvivere nelle "backstreets", ma è solo l'apice di un mondo in cui è necessario conoscere Jim Thompson (magari Colpo di spugna, Fanucci), Cornell Woolrich, (con La sposa era in nero, tanto per cominciare, ancora Fanucci,) o, in tempi più recenti, Edward Bunker (Animal Factory, Einaudi), ma l'elenco potrebbe continuare a lungo (ricordiamo almeno Dashiel Hammett) e, chissà, potrebbe essere occasione del prossimo speciale di BH. |
Kaye
Gibbons Ellen Foster (Feltrinelli) Tramandando memorie di generazioni e generazioni di donne, Kaye Gibbons si è inserita a pieno titolo nella tradizione delle scrittrici sudiste (e merita anche Una donna virtuosa, ancora Feltrinelli). Dall'allieva alla maestra ("E' un'autrice a cui faccio costante riferimento e per me è sempre stata un modello"), Eudora Welty, con i suoi saggi sulla scrittura di Una cosa piena di mistero (Minimum fax) oppure Lo sposo brigante (Fazi). |
Willa Cather La morte viene per l'arcivescovo (Neri Pozza) Scrittrice di radici, e radicale per scelta (nel senso che non fa sconti) Willa Cather fa parte di un club la cui scrittura cristallina si accompagna ad una durezza nei temi e nei racconti destinata a restare nel tempo. Con lei Carson McCullers con Il cuore è un cacciatore solitario (Einaudi) e la narratrice per eccellenza di RH, Flannery O'Connor che ricordiamo con Il cielo è dei violenti (Einaudi) e Tutti i racconti (Bompiani) ristampato con copertina di Edward Hopper, come sempre puntuale alla meta. |
Erskine
Caldwell Questa nostra terra (Bompiani) C'è un filo (rosso) che lega Questa nostra terra (ma anche Il piccolo campo, sempre Bompiani) a This Land Is Your Land di Woody Guthrie alla Valle dell'Eden (Mondadori) o Furore (acnora Bompiani) di John Steinbeck ed è la traccia lasciata dal fantasma di Tom Joad (o di Chism Crockett nella versione di Erskine Caldwell) in cerca di una terra promessa, che rimane tale fino alla disperazione. Qualcosa in più di un passaggio obbligatorio. |
Ursula K. Le Guin I reietti dell'altro pianeta (Nord) Forse per vocazione, un po' per approfondire ma si sa che le BooksHighway vanno più volentieri indietro nel tempo, piuttosto che avanti. Proviamo a rimediare con una spicciola selezione di classici della fantascienza (e dintorni) e segnaliamo Philip Dick (Ubik, Fanucci), William Gibson (La notte che bruciammo Chrome, Mondadori), Bruce Sterling (La matrice spezzata, ancora Mondadori) e chissà mai che in futuro BH non si adegui e non si avventuri più spesso nel "nuovo mondo". |
Francis
Scott Fitzgerald Tenera è la notte (Einaudi) "Belli e dannati", costretti a vivere tra un'apocalisse e l'altra, i giovani alfieri della Lost Generation raccontavano una vita che era sempre una "festa mobile". Prima del diluvio, con F. S. Fitzgerald se la godevano anche John Dos Passos con Tempi migliori (BCD), John Steinbeck sul Pian della Tortilla (Bompiani) e, naturalmente, Ernest Hemingway con Fiesta (Mondadori). Da riscoprire. |
Cynthia
Ozick Eredi di un mondo lucente (Feltrinelli) La sopravvivenza a NYC è possibile solo facendo perno sull'intelligenza e sull'uso non convenzionale delle parole e se le raffinate evoluzioni di Cynthia Ozick ne sono un brillante riflesso altrettanto si può dire delle short stories di Piccoli contrattempi del vivere o Più tardi nel pomeriggio di Grace Paley (entrambi Einaudi) o gli Schiavi di New York di Tama Janowitz (Bompiani). Per palati raffinati. |
Harper
Lee Il buio oltre la siepe (Feltrinelli) "Oltre la siepe" ci trovate anche Jamaica Kincaid con Lucy (Adelphi), Toni Morrison (Amatissima, Frassinelli) e Zora Neale Hurston (Tre quarti di dollaro, Marsilio) e nei loro volti (che non sono "abbronzati" giusto per capirci, e l'elenco potrebbe essere molto più lungo) c'è la sofferenza, la dignità, il coraggio di lottare contro una duplice discriminazione: in quanto donne, e in quanto donne con la pelle di un altro colore. Più che resistenti. |
William Faulkner Luce d'agosto (Adelphi) Il capostipite del narrare legato alla terra e alle "radici" che ci piacciono così tanto. Un classico a cui ci viene spontaneo accostare l'immortale Moby Dick di Herman Melville (Feltrinelli) o Foglie d'erba di Walt Whitman (la nostra bibbia, Einaudi): roba che scorre Nelle vene d'America (ancora Adelphi) come direbbe William Carlos Williams e come abbiamo provato a fare noi per cento puntate di BooksHighway. |
Samuel
Fuller Il grande uno rosso (Elliot) L'epopea sanguinaria della seconda guerra mondiale ha prodotto più di un capolavoro e Il grande uno rosso di Samuel Fuller si segnala per l'epico viaggio tra la vita e la morte, dall'Africa all'Europa dei suoi protagonisti. Tra i i suoi (illustri) precedenti, Comma 22 di Joseph Heller (Bompiani) e Il nudo e il morto di Norman Mailer (BCD), compresa l'eccezione cinematografica di Terrence Malick, La sottile linea rossa, grandissimo film peraltro ispirato dall'omonimo romanzo di James Jones (Rizzoli). |
Ishmael Reed Mumbo Jumbo (ShaKe) Fantasmi, demoni e spiriti affini si propagano di quartiere in quartiere e scoprono la Rabbia ad Harlem con Chester Himes (Marcos Y Marcos), le rivolte di Watts con Little Scarlet di Walter Mosley (Einaudi) e cavalcando a ritroso nel passato ritrovano Il Napoleone nero (Alet) con Madison Smartt Bell, capitolo conclusivo della trilogia dedicata alla rivoluzione di Haiti, la madre di tutte le rivolte contro la schiavitù. |
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