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Tom Petty
A Spiritual Gangster

- a cura di Fabio Cerbone -


Tom Petty era l’Edward Hopper degli autori di canzoni americane. Era un certo tipo di uccello privo di zampe, quindi non poteva mai atterrare su questa terra, ha vissuto tutta la sua vita in cielo. E ora spiegherà le sue ali e dormirà nel vento. Il suo nome è scritto nelle stelle.
(John Mellencamp)


Marco Denti
Mauro Zambellini

Tom Petty
Da Elvis a Dylan e Johnny Cash, un'altra idea di America. L'innocenza del rock'n'roll
[ShaKe edizioni, pp.288]

Tom Petty non c’è più, ci credereste? Personalmente non riesco ancora a farmene una ragione da quel maledetto 2 ottobre del 2017, e penso sempre che da un giorno all’altro esca l’annuncio di un nuovo album, di un nuovo tour, di una canzone che ci regali ancora un po’ dell’innocenza del migliore rock’n’roll, come recita una parte del lungo sottotitolo di questo Tom Petty, primo libro italiano dedicato alla sua figura. Ci hanno pensato la ShaKe edizioni e soprattutto i due autori Marco Denti e Mauro Zambellini – due firme che non dovrebbero avere bisogno di troppi preamboli per essere presentate da queste parti, ma sarà sufficiente dire una coppia di outsider della critica rock che dalle pagine storiche del Mucchio passando per Feedback e Buscadero ha sempre avuto dalla sua parte una limpida coerenza – i quali hanno riunito storia, considerazioni, aneddoti, testimonianze più o meno dirette sulla carriera del rocker americano seguendo uno schema libero, che facesse emergere soprattutto il carattere indomito del musicista, la dedizione quotidiana del songwriter, la sua assoluta fedeltà alla forza delle canzoni e al lavoro in simbiosi con la band. E quale band, aggiungiamo noi, quegli Heartbreakers che lo hanno accompagnato per oltre quarant’anni diventando uno dei pilastri del suono dell’american rock’n’roll, tanto che “il ruolo di Tom Petty negli Heartbreakers e gli Heartbreakers nelle sue canzoni sono intrecciati così fitti che gli Heartbreakers sono diventati inseparabili da Tom Petty, e viceversa”.

L’impostazione non strettamente cronologica del libro - che parte, infatti, dalle rivolte per le strade di Los Angeles del 1992, città di adozione per eccellenza di Petty, e finisce per raccontare le prime mosse dei Mudcrutch, la band della nativa Florida da cui tutto ha avuto inizio, soltanto nei capitoli finali – rende bene l’idea di una vita artistica narrata cercando piuttosto di far emergere connessioni e collaborazioni, illuminando aspetti del carattere dell’uomo e del musicista, perché “era uno di noi, un fan, un appassionato, un rocker. Era uno giusto, Tom Petty”, come giustamente rimarcano Denti e Zambellini, e “perché era cool, perché non l’abbiamo mai visto nel posto sbagliato o dalla parte sbagliata”. Tutta l’esistanza da rock’n’roll star (che di dischi ne ha venduti a palate, se non altro negli States) di questo ragazzo della Florida è stata proprio la dimostrazione di un’integrità assoluta per quella musica che lo aveva acceso da bambino, quando la visione di Elvis lo aveva letteralmente fulminato, e poi le canzoni della British Invasion e le chitarre dei Byrds gli avevano aperto un mondo, portandolo via da Gainsville, e da una situazione famigliare parecchio complicata, per cercare il suo eldorado nella California delle mille promesse.

“Tom Petty è uno che non ha mai mollato ed è stato il collante fra più generazioni del rock’n’roll”, affermano a un certo punto gli autori, e proprio questa ostinazione da battitore libero ha caratterizzato buona parte della sua carriera artistica, come confermano le sue mille battaglie, anche scomode, contro l’industria discografica e più in generale nei confronti di un mercato da cui ha saputo ricavare tutto il successo possibile, ma senza mai uscirne schiacciato, fedele a quella impostazione di autentico adolescente innamorato di questa musica e del suo anelito libertario. Tom Petty (il libro) snocciola questa scalata verso le stelle, ciò che avrebbe condotto un biondino della Florida a tu per tu con Bob Dylan e Johnny Cash (chi altro può vantarsi di averli accompagnati sia dal vivo sia su disco insieme alla propria band?), tenendo sempre a mente che il protagonista ha saputo essere “tradizionale ed eccentrico al tempo stesso”, un custode sì delle radici del rock’n’roll ma anche uno dei più intelligenti intepreti nel rielaborarle con freschezza pop, quella che non hanno mai mancato di sprigionare le sue canzoni.

Nell’andirivieni della carriera di Tom Petty - e mai dimenticando il ruolo degli Heartbreakers, che non sono stati certo un contorno qualsiasi (“gli Heartbreakers sono come una persona sola”, parola di Bob Dylan. E tanto basta) - il libro affronta la sua storia fondamentalmente partendo da due approcci complementari, che sembrano anche distinguere l’apporto dei rispettivi autori: Mauro Zambellini ci trasmette soprattutto il calore delle canzoni e l’intensità della musica di Petty disco dopo disco, tour dopo tour, seguendo il percorso che va dai primi capolavori di fine anni Settanta fino alle vette soliste rappresnetate da Full Moon Fever o Wildflowers, mentre Marco Denti sembra rafforzare la trama generale con interessanti approfondimenti e legami con la letteratura, il cinema, la società, i colleghi e il business discografico, insomma tutte quelle figure e situazioni che hanno attraversato la strada di Petty, ne hanno influenzato le mosse o dall’altra parte ne hanno toccato con mano l’ispirazione e la passione.

Così emerge un quadro magari meno lineare dell’artista e più complesso da seguire capitolo dopo capitolo (a proposito, un gesto d’affetto inevitabile quello di intitolare questi ultimi alle canzoni dello stesso Tom Petty), qualche volta ripetendo alcuni concetti o situazioni già affrontate, ma in definitiva rivelandosi assai più interessante di una classica biografia, perché frutto di un lavoro dove è evidente che molto, se non proprio tutto, nasce dal profondo rispetto e dall’emozione che gli stessi autori nutrono verso questo “american boy” (compresa la loro storica intervista con Petty, riportata a fine libro), un uomo che ha saputo trasformare i suoi sogni di rock’n’roll fan in qualcosa di concreto, canzoni e album che a loro volta hanno influenzato generazioni a venire di musicisti.


    


Rockin' Around (with Tom) - dagli archivi di RootsHighway

Nei vent'anni di storia di questo sito, la presenza di Tom Petty sulle pagine di RootsHighway è stata, gioco forza, costante: abbiamo seguito non solo le uscite discografiche più recenti con gli Heartbreakers (senza dimenticare l'esperienza dei Mudcrutch), che hanno portato fino agli ultimi album di studio Mojo e Hypnotic Eye, ma abbiamo anche dedicato a Petty una serie di speciali e approfondimenti, di volta in volta ispirati dalla pubblicazione di cofanetti, antologie e celebrazioni live. Questa di seguito è una selezione tratta dai nostri archivi, ulteriore omaggio alla figura di uno dei nostri rocker preferiti:

Tom Petty & The Heartbreakers, Live At The Fillmore 1997 (dalla rubrica Folklore)
- a cura di Fabio Cerbone e Marco Denti -

The Drum Is Everything: Tom Petty e l’eredità di Wildflowers (dalla rubrica Folklore)
- a cura di Marco Denti -

Tom Petty, An American Treasure (dalla rubrica Folklore)
- a cura di Marco Denti -

Tom Petty & The Heartbreakers, Damn The Torpedoes, Deluxe (da ClassicHighway)
- a cura di Fabio Cerbone -

Tom Petty & The Heartbreakers, The Live Anthology (da Pneumonia)
- a cura di Fabio Cerbone -


Playlist - di Marco Denti e Mauro Zambellini
Da Elvis agli Shelters, radici e frutti dal mondo musicale di Tom Petty



 


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