Rita Coolidge
Rita Coolidge //
Nice Feelin'  
[BGO
 2009
]

A voler inquadrare con un minimo di obiettività la vicenda artistica di Rita Coolidge, e in particolare dei suoi primi due album, Rita Coolidge e Nice Feelin', entrambi usciti nel 1971 (e oggi ristampati dall'inglese Bgo in un unico cd), si rischia di fare la figura dei maschilisti idrofobi. Ma tant'è: siamo nella California degli anni '70, non nella Casoria del 4 maggio 2009 né nella Porto Rotondo dell'ultimo decennio, perciò spero nessuna sensibilità si senta offesa se dico che i due piccoli gioielli appena citati sarebbero di gran lunga meno interessanti se non strabordassero di ospiti, e non ospiti qualunque, bensì d'una buona parte di quei maschietti che all'epoca sognavano di finire a letto con la nostra Rita (e che la storia del rock sia in percentuali rilevanti condizionata da ferormoni e istinti sessuali non è certo una scoperta dell'ultim'ora).

Lei, la Rita Coolidge nata nel 1945 a Lafayette, Tennessee, con sangue Cherokee nelle vene, era una bella ragazza di discreto talento, dacché non poteva bastarle l'avvenenza per arrivare a collaborare, in veste di corista, con Leon Russell, Joe Cocker (nel caravanserraglio di Mad Dogs & Englishmen), Delaney & Bonnie ed Eric Clapton. Eppure, dopo l'exploit solista dei due lavori del '71, dopo qualche gradevole disco country-rock realizzato in coppia con l'allora marito Kris Kristofferson (sposatisi nel 1973, divorzieranno sei anni dopo), la sua carriera da titolare è andata via via appannandosi in dischi sempre più anonimi e impersonali, per lo più votati a un soft-rock e a un soft-country made in California che una Linda Ronstadt (per fare un esempio) interpretava con risultati di certo migliori (sulla parentesi Walela, trio composto da lei, dalla sorella e dalla nipote per celebrare l'eredità musicale dei nativi americani, è inoltre opportuno stendere un provvidenziale velo pietoso). Per arrivare a un album in grado di rivaleggiare col debutto bisogna dirigersi verso l'ultimo And So Is Love (2005), una sorprendente collezione di standards jazz, il che, in fondo, la dice lunga sul peso specifico assai relativo della carriera di Rita.

Ma Rita Coolidge e Nice Feelin' (soprattutto il primo) restano comunque esempi eccelsi di quante e quali delizie nasconda ancora oggi il rock degli anni '70: due album di squisita fattura artigianale e splendide canzoni, ognuna di esse riletta con strepitosa sensibilità country-soul e col sostegno di un ricchissimo apparato strumentale che fa di tutto per mettere a proprio agio la voce chiara e morbida della titolare. Su Rita Coolidge suonano tutti insieme - pensate un po' - nientemeno che Leon Russell all'organo, Booker T. Jones e Spooner Oldham al piano elettrico, il collega di Gram Parsons (e membro dei Flying Burrito Brothers) Chris Ethridge e Donald "Duck" Dunn al basso, l'ex-Byrds Clarence White, Bobby Womack e Stephen Stills alla chitarra, Ry Cooder al bottleneck, Jim Keltner ai tamburi e il bluesman texano Marc Benno alla sei corde e al basso. Del resto, era stato proprio Booker T. a presentare Rita a Delaney & Bonnie Bramlett: nella band conosciuta come Delaney & Bonnie And Friends Rita avrebbe stretto amicizia con Benno e Clapton (nell'omonimo debutto di costui c'è una particina anche per lei), Russell e Keltner, che a loro volta la misero in contatto con Joe Cocker.

Non si sa se Cocker e la Coolidge abbiano avuto una relazione, ma di sicuro lei contribuì a dargli una ripulita da droghe ed alcool; la relazione ci fu eccome con Leon Russell, che quando si separarono le scrisse la Delta Lady che lo stesso Cocker portò in classifica al di qua e al di là dell'oceano Atlantico. Relazione, ancorché brevissima, ci fu con Stills, che durante le registrazioni del suo primo album solista se la vede portar via da Graham Nash (più o meno un'abitudine) e non smetterà mai di ricordarla (le varie The Raven, Cherokee, Sugar Babe e Song Of Love, quest'ultima dal progetto Manassas, parlano tutte di lei). Non solo: pare che sia stata Rita la ragione principale della prima separazione tra Crosby, Stills & Nash, e a corroborare tale tesi c'è pure la Cowboy Movie scritta da David Crosby nel '71 per l'indimenticabile If I Could Only Remember My Name, in pratica la cronaca romanzata di quegli eventi, col personaggio della ragazza indiana non a caso chiamato "Raven".

E la musica, direte voi? La musica è dolce, limpida e sognante come un mattino di primavera, sensuale e carezzevole come un risveglio affettuoso accanto al proprio compagno, si muove tra delicatezze country-folk (Second Story Window, I Always Called Them Mountains), elegante erotismo soul (una bellissima Crazy Love, da Van Morrison), gospel secolarizzato (That Man Is My Weakness), canzone d'autore (la Seven Bridges Road di Steve Young), blues piccante (Born Under A Bad Sign), fiati in in libertà (ascoltate la splendida copertura della Ain't That Peculiar di Marvin Gaye). Nice Feelin', al confronto, sembra meno efficace e di sicuro meno trascinante, ma vive di un raccoglimento rootsy che ancora oggi si ascolta con piacere. La house-band, rispetto a quella assemblata nel predecessore, è meno appariscente, seppur ugualmente valida: il solito Benno alla solista, Charlie Freeman alla ritmica, Tommy McClure al basso, Sammy Creason alla batteria e il pianista di Jimmy Buffett, Mike Utley, alle tastiere.

Appaiono inoltre Rusty Young dei Poco (chitarra steel sulla magnifica romanza rock-soul di You Touched Me In The Morning), l'organo inconfondibile di Al Kooper (in una I'll Be Here altrettanto gonfia di soul) e l'armonicista di Waylon Jennings Don Brooks (in una versione della Only You Know And I Know di Dave Mason superiore all'originale e in una dylaniana Most Likely You Go Your Way And I'll Go Mine che, invece, l'originale non lo sfiora neppure ma è comunque interessante). Tra le varie cover interpretate, spiccano una tumultuosa resa gospel di Better Days (pescata dal Nash irripetibile di Songs For Beginners) e una solitaria, bellissima rendition pianistica della Journey Through The Past di Neil Young dove a sedere di fronte ai tasti - rarità assoluta - è la stessa Coolidge.

E a proposito di viaggi nel passato: quello che potrete compiere attraversando le note di Rita Coolidge e Nice Feelin' non sarà imprescindibile, d'accordo (le pietre miliari del decennio sono altre), ma le venti canzoni, o stazioni, che lo compongono sono ancora una volta incantevoli.
(Gianfranco Callieri)

www.ritacoolidge.com
www.bgo-records.com

 


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