The Black Crowes
Croweology
[Silver Arrow/ Megaforce
 2010
]


"Sono cresciuti ad Atlanta nel credo del Jumpin'Jack Flash. Suonano forte e loud, come le band di hard rock degli anni '70, e gridano sporchi blues che attestano la fede verso una musica sanguigna e sincera. Confermano la gioventù del rock'n'roll" (Mauro Zambellini)
Così fu accolto l'esordio dell'anno nel 1990, e l'album era il multi platino Shake Your Money Maker. Per celebrare i 20 anni trascorsi da allora e onorare la musica dei Black Crowes, ci giunge Croweology, 20 brani scelti tra i loro favoriti e tra i più abbordabili per una rilettura in formato acustico. Il doppio album ha debuttato, per quello che resta del mercato discografico americano, ad Agosto in cima alle classifiche americane vendendo 21 mila copie (The Billboard 200 chart). Questo per confermare il buon momento di forma e di ripresa della band americana, da circa tre anni ritornata in pista convinta e più determinata con una serie di pubblicazioni di quantità, ma anche di qualità (Warpaint e Before The Frost… Until The Freeze). Il volto acustico dei corvi non è del tutto sconosciuto, sin dagli inizi hanno sempre curato questo aspetto nei loro show, spesso in formato anche unplugged (diversi i bootleg in circolazione es. Secret Acoustic Show at "Ronnie Scott's Jazz Club" a Londra '91 o il live New York Town Hall 2008), infine abbiamo ritrovato con piacere i fratelli Robinson a riproporsi in una veste, scarna e nuda (Brothers of a Feather - Live at the roxy), e a firmare il definitivo armistizio per continuare a credere nella macchina r'n'r dei Black Crowes.

Quest'intima retrospettiva targata Croweology parte da Jealous Again con i suoi ingredienti sudisti per arrivare a lambire le orme del deludente Lions (2001), rappresentato con un'inaspettata quanto bella versione di Soul Singing. Non c'è traccia della recente produzione degli ultimi anni in cui appare risolutivo il nome di Luther Dickinson, subentrato a dare nuova linfa, e comunque presente tra le esecuzioni acustiche di Croweology. Nella raccolta l'album più considerato è l'emblematico The Southern Harmony And Musical Companion con ben cinque preferenze, dall'interpretazioni quasi fedeli e rilassate di Remedy e Thorn In My Pride, quest'ultima caratterizzata da un merlettato incrocio iniziale di chitarre trascinato a metà del brano in una lunga jam senza fine (quasi dieci minuti). C'è la grintosa Hotel Illness, mentre la palma del miglior momento va assegnata a (My)Morning Song, efficace manifesto southern di valore di tutta l'operazione. Il brano emette il suo puro spirito soul-gospel non riconoscibile nell'elettrificazione della versione originale, mettendo a nudo la sua naturale essenza. Non minori le ballate romantiche She Talks To Angels, abbellita dalla vitalità dei violini, dal banjo e dal piano (mai stato così protagonista nel suono dei Black Crowes come in questo doppio), e Sister Luck, tanto vicina alla matrice sudista dei Lynyrd Skynyrd.

Anche lo storico Amorica è ben raffigurato con quattro brani, in particolare merita una degna citazione il chilometrico medley (18 minuti), opportuno, tra Ballad In Urgency e Wiser Time, con in luce il tandem chitarristico Robinson - Dickinson, l'inconfondibile voce di Chris e la forza della sezione ritmica a mille, momenti che non fanno rimpiangere le memorabili atmosfere del Fillmore degli anni d'oro. Riproposta in una profumata atmosfera nostalgica anche il roots blues di Downtown Money Waster, che non delude. Mentre sono quattro le tracce riprese da Three Snakes & One Charm's con una Good Friday, dall'intro floydiano e dal finale soul, e una Under A Mountain opportunamente ammorbidita in un trionfo di slide. Unico il brano pescato da By Your Side: la rivalutata e riesumata Welcome To The Good Times. Nella rosa tra le novità è stata inserita una versione brillante di She di Gram Parsons e Cold Boy Smile, precedentemente edita nel live at the roxy dei fratelli Robinson. Registrato in soli cinque giorni dello scorso anno al Sunset Sound Studios di Los Angeles Croweology, oltre a rappresentare un'indovinata operazione di marketing, funziona in perfetto equilibrio dalla prima alla ventesima traccia restituendoci i corvi così come li abbiamo amati negli anni '90. La band è in giro con Chris Robinson (voce), Rich Robinson (chitarre), Steve Gorman (batteria), Sven Pipien (basso), Luther Dickinson (chitarre) and Adam McDougall (tastiere) in un tour promozionale (concerti da tre ore con due set da 90-minuti denominati: "Acoustic Hors D'oeuvres" e "Electric Reception with The Black Crowes") con gran finale previsto a dicembre: sei serate al Fillmore a San Francisco. Unica nota dolente: dopo il tour è stato già annunciato un lungo riposo, che ci auguriamo sia di breve durata!
(Antonio Avalle)

www.blackcrowes.com
www.myspace.com/theblackcrowes


 


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