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Bluessuria
[Bluessuria 2018]

bluessuria.com

File Under: italian blues way

di Fabio Cerbone (03/01/2019)

Un’idea semplice, una selezione azzeccata e il gioco è fatto. Bluessuria, associazione e blog che Antonio Avalle ha creato da qualche anno per diffondere la cultura e la conoscenza del blues nel nostro paese, festeggia così una serie di attività promozionali (soprattutto concerti e produzioni legate spesso al territorio campano) attraverso la pubblicazione di questo vinile a tiratura limitata. Cinquecento copie e non una di più, in rigoroso formato da 180gr (e per una volta non è fumo negli occhi, perché suona bene, sappiatelo) che verranno vendute in esclusiva all’interno di selzionati negozi di dischi (li elenchiamo in calce alla recensione) nonché durante una serie di presentazioni ufficiali.

L’album raccoglie undici brani e altrettanti esponenti della scena blues di casa nostra, dato interessante che conferma la qualità e la crescita di un movimento il quale, assolutamente fuori dai riflettori della stampa che conta e dalle marchette di una critica a volte troppo attenta a fenomeni di passaggio, ha costruito in queste stagioni un percorso artistico di assoluto valore internazionale. Insomma, la scena blues italiana gode di buona salute, “imita” sempre meno le fonti di ispirazione originale e anche quando affronta materiale tradizionale (come avviene in queste undici tracce) lo fa con una personalità fresca e indipendente, una capacità di maneggiare la materia che dimostra pronfodo amore per il genere, indubbie qualità tecniche e di interpretazione. Se aggiungiamo il fatto che Bluessuria ha riunito nel progetto alcuni nomi già affermati a livello europeo (si pensi a Veronica Sbergia e Max De Bernardi) e vecchie volpi del circuito blues nazionale (un sempre ispirato Angelo Leadbelly Rossi), risulta difficile non fare centro.

E in effetti le due facciate, tra autografi e cover, tutti inediti incisi per l’occasione, lasciano un sapore speziato e genuino in bocca, affrontando da diverse sensibilità la sceneggiatura del blues. In generale è confermata la predilezione dei nostri musicisti per quelle forme più grezze e rurali del genere, ai confini tra acustico ed elettrico, con un forte richiamo alle fondamenta giù nel Mississippi fino alla “sporcizia” del primitivo Chicago blues elettrico. Si parte immersi nella potenza della tradizione con l’abbaliante versione dal vivo di Rocks & Gravel da parte di Veronica Sbergia, qui accompagnata dal solo Dario Poleari al contrabbasso: scintille. Lino Muoio e il suo interessante lavoro di ricerca sull’inusuale strumento del mandolino nel blues ci conduce con Blue Train in ambientazioni più roots, mentre torna ad alzarsi la temperatura elettrica con Hole in Your Soul da parte dei Nerves & Muscles. La promettente coppia artistica formata da Angela Esmeralda e Sebastiano Lillo rivisita il traditional Green Sally Up intitolandolo Dolly, ancora in chiave rurale, l’Henry Blues Duo affronta con buoni risultati e il dovuto rispetto il classico Keep Your Eyes on the Prize, e infine il citato duo Sbergia-De Bernardi chiude il primo lato con una impeccabile Mother’s Last Words to Her Son, gospel blues a firma Washington Phillips.

Ripescaggi intriganti, scelte che denotano gusto, come già si anticipava, e anche il lato B prosegue su questo sentiero, forse leggermente meno coraggioso nelle interpretazioni di Going Up the Country degli storici bluesmen napolatani Blue Stuff e di Go Buddy di Guido Migliaro & The Juke Joint, ma bilanciato da una spiritata Sometimes My Soul Is a Foreign Land dei T-Roosters di Paolo Cagnoni e Tiziano Galli, dal menzionato Angelo Leadbelly Rossi in Cat Squirrel, puro squarcio di rauco downhome blues, e dall’acustico Mauro Ferrarese, che conclude il viaggio di Bluessuria (“l’abbandono lascivo al piacere del blues”, come sottolineano le note dell’omonimo blog) con April 26th.

Il vinile di Bluessuria lo trovate in esclusiva presso Buscemi dischi, Milano e Zig Zag, San Donato Milanese.


    

 


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