inserito 16/05/2008

Massimo Bubola
Ballate di terra & d'acqua
[Eccher music  2008]



Ci avviciniamo fiduciosi al nuovo lavoro di Massimo Bubola e il risultato ripaga certamente le speranze: Ballate di terra e di acqua stacca nettamente con il passato prossimo di Massimo; se negli ultimi dischi avevamo assistito ad una sublimazione folk rock con ambientazioni principalmente acustiche che avevano portato a risultati del calibro di Segreti Trasparenti e Quel Lungo Treno, qui ritroviamo come protagonista principale il rock nella visione di Massimo Bubola. Atmosfere più asciutte, chitarre, chitarre e ancora chitarre ma pensate con la cura certosina che solo Massimo può avere, e suonate in maniera straordinaria dallo stesso autore e da Simone Chivilò. Il drumming preciso di Joe Damiani e il basso di Alessandro Formenti sono l'ossatura ritmica su cui poggiano queste ballate, che rimandano al Bubola di dischi come Diavoli & Farfalle. Ci sono diversi elementi ricorrenti nel songwriting di Massimo: la rock ballad dal passo coinvolgente, come l'iniziale Sto Solo Sanguinando, la tematica del doppio che ritorna ancora una volta nella sciolta Una Chitarra per Due Canzoni, tipicamente "Buboliana" nella progressione.

La voce di Massimo si è fatta ancora più grave, si è arricchita come un Amarone della sua terra di corposità, calore e sfumature, lasciando un segno ancora più marcato nell'interpretazione dei brani. Cambiano è più immediata, senza essere semplice, bel jingle jangle chitarristico al servizio di una melodia cantabile da subito e un testo che va in profondità; Dolce Erica, murder ballad in minore, si muove sulla scia di gemme analoghe disseminate lungo la carriera di Massimo (Emmylou, l'Usignolo); Un Angelo Alla Mia Porta,sempre elettrica ma più nella norma; Tutti Quegli Anni intreccia chitarre acustiche ed elettriche, per un testo che scava nella memoria e nei ricordi familiari più intimi, sempre poggiato su una linea melodica senza cedimenti. Con Uruguay siamo dalle parti del miglior Bubola, un'accelerata verso i vertici stilistici della canzone d'autore, equlibrio perfetto tra musica, parole ed arrangiamento per raccontarci del Giuseppe Garibaldi pre-Camicie Rosse. Se con la Collina dei Ghepardi le chitarre elettriche tornano a graffiare in una rock balllad che si mantiene egregiamente in linea con lo spessore delle canzoni precedenti, Uno,Due,Tre ha quel passo, questa sì da Irish folk rock, che piacerebbe a Mike Scott per quell'andamento indolente, la tromba e la melodia che scalda il cuore. La Canzone Dell'Assenza, più lineare, impreziosita da inserti di pianoforte e dalla tromba di Mauro Ottolini è l'arrivederci di Massimo Bubola.

Sullo spessore e sull'onestà intellettuale ed artistica dell'autore certo non scopriamo oggi nulla: che il Signore ti conservi, Massimo, perché delle tue canzoni ora più che mai c'è assoluto bisogno...
(Gabriele Buvoli)

www.massimobubola.it


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