In un mondo alla rovescia le canzoni di Prices dovrebbero riempire
le playlist radiofoniche di mezza Italia e magari spingersi persino all'estero,
visto l'utilizzo della lingua inglese, ma Davide Buffoli ha la "sfortuna"
di abitare nella provincia dell'impero, sudando sette camice per farsi spazio
e incidere. Il suo pop rock sbarazzino, armonioso, costruito con gusto e precisione
certosina resta infatti una mosca bianca nel panorama di casa nostra. È un peccato
perché dopo otto lunghissimi anni di silenzio (l'esordio nel 2002 sotto la sigla
Davide Bufoli & The Habladors) il chitarrista e autore varesino dimostra una crescita
esponenziale in termini di composizioni e arrangiamenti (grazie anche al lavoro
in studio con Stefano Lucato), tanto che Prices suona davvero come un prodotto
dal respiro internazionale. Potrebbe tranquillamente uscire dal catalogo di una
major americana, tanto è intriso di ganci pop e chitarre frizzanti che navigano
nei territori di un fiero mainstream rock a stelle e striscie, là dove si incontrano
sia il culto di band quali Sister Hazel, Refreshments e Gin Blossoms, sia le vendite
milionarie di Train e Vertical Horizon, giusto per citare un universo che dovrebbe
piacere allo stesso Buffoli.
Il nostro però è adesso impegnato in un percorso
del tutto personale, che nulla deve invidiare ai grandi nomi, scacciando una dipendenza
che non avrebbe più senso: l'ariosa melodia di Sleeping
When the Birds Are Singing, con i suoi cambi di tempo e il meticoloso
intreccio di chitarre e voci, l'arrembante timbro stradaiolo di Hollywood
Pop Comedy sono ipotetici singoli killer, che confermano inoltre come
Davide Buffoli sia una assoluta anomalia - nel senso più positivo del termine
- anche per la scena "tradizionalista" italiana, fuori dagli schemi semplici della
canzone folk o del classico suono Americana. Certo, esiste una radice (è proprio
il caso di dirlo) comune, la stessa che ci fa sobbalzare nella stesura della title
track, una irresistibile ballata che echeggia il John Mellencamp di Lonesome Jubilee,
con il suo svolazzare di mandolini e tastiere, e meglio ancora nel piccolo gioiello
Sweet Jenny Blue, dolce altalena country
con la pedal steel dell'ospite Alessandro Grisostolo a colorare la canzone di
grandi spazi americani.
Sogna ad occhi aperti Davide Buffoli e specialmente
nella prima parte di Prices non sbaglia un colpo, mettendo in sequenza, come anticipato,
un pop rock dal pregevole taglio radiofonico, tuttavia mai sinonimo di banalità
(Seagull Kingdom, ancora contrassegnata dall'ottimo
lavoro vocale, le più elettriche 5-4 P.M.
e Space Trucker). Noi con lui, che abbiamo
sempre creduto in una via italiana al genere, possiamo andare fieri di un disco
simile, anche quando non tutto è perfetto (New Generation
suona un po' "generica" e la bonus track sfoggia un hard sound che
sembra scontrarisi un po' con il resto dell'album), perché sappiamo bene da dove
arriva la passione che guida il musicista e l'ascoltatore Davide Buffoli. Tra
le migliori uscite "Made in Italy" del 2010. (Fabio Cerbone)