inserito 14/12/2009


Van Cleef Continental
Red Sisters  [Casa Molly/ Audioglobe  2009] 7
The Union Freego Hard Folk Lightning Sucker  [Jackob & Joseph  2009] 7.5

A cura di Fabio Cerbone

Conviene forse partire da Hidden Desert, tributo alla musica degli immensi Thin White Rope, per capire l'oscura natura dei Van Cleef Continental, rock'n'roll band coalizzata intorno alla voce e alle canzoni di Andrea Van Cleef, già dei Bogartz ed oggi animatore di un rock scuro e denso. In quell'omaggio ritroviamo gran parte delle suggestioni che animano Red Sisters, di comune accordo con le murder ballads di Nick Cave, il folk rock dalle tinte fosche di Woven Hand e Sixteen Horsepower, e naturalmente ai loro padri putativi, i Gun Club di Jeffrey Lee Pierce. Questo idealmente il pantheon evocato dalla formazione italiana, orgogliosa immaginiamo di poter sfoggiare un contratto americano (la Steam Machine ha pubblicato il disco in questione con più di un anno e mezzo di anticipo) e un respiro internazionale per le proprie composizioni. Tutto meritato va detto, per un lavoro che sancisce la definitiva maturazione del loro sound, da noi seguito con attenzione fin dagli esordi: il baricentro si è spostato dall'anima più "tradizionalista" degli inizi verso un rock lascivo e noir (Then She Said, In a Red room), dai tratti epici, gioco forza amplificato dalla voce profonda del leader e da un buon intreccio fra chitarre e pianoforte. Le tentazioni a tratti sono quelle di sconfinare apertamente in un crudo linguaggio punk (Fire in my Bones), lambendo territori fra il grunge e le memorie del cosiddetto Paisley Underground (Dry Queens, Catherine Walks on the Water) altre di tingersi di denso romanticismo pop (la curiosa cover di Moonlight Shadow, seppure fra le meno intriganti nell'arrangiamento), ma va da sé che il lato più "peccaminoso" della loro musica appaia al tempo stesso il più trascinante e convincente, dalla torbida White Woman ad una Anna Lee che farebbe impazzire di "gioia" David Eugene Edwards dei citati Woven Hand. I tormenti e i luoghi oscuri dei Van Cleef Continental, le stesse liriche combattute fra desiderio e abbandono, ci raccontano di una band dalle potenzialità pienamente espresse.

www.vancleefcontinental.com

www.myspace.com/vancleefcontinental

Da un'esperienza che ha più punti in comune con i Van Cleef Continental fuoriescono anche The Union Freego, ormai consolidati come quartetto con una coppia di chitarre rugginose e un portamento degno del migliore alternative country americano. Sono lombardi ma i loro sogni si colorano inesorabilmente di una tradizione lontanissima, la stessa che ci ha regalato Richmond Fontaine, Magnolia Electric Co e quel suono di provincia più desolato e desertico. Dopo la breve cartolina spedita nel 2005 con Greetings From The NE, ep di quattro brani che lasciava sul campo qualche promessa, il nuovo raccolto di Hard Folk Lightning Sucker, dieci brani che avranno presto un secondo capitolo (previsto nel 2010), è una sorpresa oltre ogni aspettativa, uno dei migliori prodotti alt-country ascoltati in Italia dai tempi di Satellite Inn e Goldrust, altre piccole e coraggiose realtà fuori dagli schemi dell'indie nostrano. Vecchi brani rivisitati e nuove composizioni trovano un suono personale e per nulla soggiogato ai più famosi cugini americani: le morbide cadenze dell'apripista Out, la malinconia folk alla Palace bros di Six Feet Under, una ciondolante Lord Forgive che è la quintessenza del genere sono tutti episodi che colgono nel segno, sia per la cura degli arrangiamenti, sia per la convinzione interpretativa. Sfido davvero chiunque a non "confondere" i quattro The Union Freego con uno dei tanti talenti del sottobosco rootsy americano che affollano queste pagine. Con la differenza niente affatto scontata che la qualità dei brani è di prima scelta: fedeli ad un canovaccio, per qualcuno forse sintomo di scarso carattere, mi pare invece che la dolcisima cantilena acustica di Judo #2, da apparentare con la flessuosa WW, e ancora una Hole In My Soul che si trascina appresso un organo in odore di Paisley Underground (i Green on Red più campagnoli?) siano nell'insieme una dimostrazione di gusto e preparazione non irrilevanti. Se poi di contorno abbiamo dimenticato colpevolmente il gracchiare younghiano di Ballad For A Folk Singer, elettrica come solo i Crazy Horse, o di una lunga cavalcata dal titolo Date With The Devil, è soltanto un dettaglio. L'intero Hard Folk Lightning Sucker è caldamente suggerito a chi da sempre resta affascinato da queste sonorità un po' crepuscolari ed elettro-acustiche.
Il disco lo potete ascoltare interamente in streaming sul sito ufficiale della band.

theunionfreego.wordpress.com

 


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