inserito 11/02/2008

Edoardo Cerea
Disperanza
[La Locomotiva/ Venus  2008]



Non avevamo notizie di Edoardo Cerea dal suo esordio del 2004, Come se fosse normale, un disco che lo aveva segnalato fra le voci più interessanti del rock d'autore italiano, per via di quella riuscita mescolanza fra chitarre e accenti musicali "americani" con le parole e la poesia tipiche del nostro cantautorato. La collaborazione fra il musicista piacentino e il paroliere Marco Peroni, autore infatti di tutti i testi, riprende vigore con l'uscita del qui presente Disperanza, questa volta prodotto e distribuito grazie al supporto del piccolo e meritevole collettivo discografico La Locomotiva. Non sono stati tuttavia anni di silenzio quelli intercorsi dal citato debutto: Cerea si è fatto notare nello spettacolo teatrale "L'aria triste che tu amavi tanto", dedicato alla figura di Luigi Tenco, e quindi nella collaborazione con lo stesso Peroni in "Ostinati e contrari", altra piece di teatro sviluppata attraverso le canzoni dei grandi autori italiani come Paoli, lo stesso Tenco e De Andrè. L'idea di tornare però al progetto principale, quella commistione di musica e liriche che aveva già sortito risultati incoraggianti nel precedente lavoro, non può che farci piacere: Disperanza ribadisce infatti la solidità del connubio fra l'esperienza rock e blues di Cerea e i testi profondi, riflessivi, fra rabbia e attese che contraddistinguono la scrittura di Peroni. Sorvolato costantemente dalle ombre della società italiana di questi anni, al centro i temi tristemente noti della precarietà, lavorativa ma anche dei sentimenti, il disco vive delle pregevoli sonorità elettro-acustiche di Mario Congiu, produttore e titolare di chitarre e pianoforte. Sotto la spinta della band anche la voce di Cerea, non sempre in grado di reggere il pathos delle canzoni, si mantiene credibile, dando comunque una interpretazione passionale in Trottole e Filastrocca, gli episodi più ruvidi e strettamente rock del disco. Quest'ultimo vive però di momenti di improvvisa luce, di aperture melodiche in cui ricorrono le considerazioni già fatte agli esordi: Pomeriggio limpido d'inverno è una ballata ariosa degna di Tom Petty, così come La mosca ne insegue la cristallina pulizia delle chitarre elettriche. La stessa Disperanza possiede toni più ombrosi ma uno sbocco melodico nel ritornello che conquista letteralmente, un singolo rock che potrebbe funzionare a meraviglia se soltanto ci fossero programmazioni radiofoniche più lungimiranti e meno asservite alla mediocrità. Di quest'ultima non c'è traccia in Disperanza, che tolta qualche leggerezza in Vivo, svelta cantilena a carattere blues poco affine al resto del materiale, riesce a mantenere uno spessore, una tensione, sia essa musicale o letteraria, non indifferente: la riprova negli episodi più introspettivi quali Vento d'Africa, La mia impronta e la conclusiva In ogni fede: "Non vedi quanta violenza c'è/ Nascosta in ogni fede/ Non vedi quanto più amore c'è/ Nel chiederti le mani".
(Fabio Cerbone)

www.myspace.com/edoardocerea
www.la-locomotiva.com


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