2Hurt Mexico
City Blues [Lostunes
Records/Goodfellas 2013]
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under: desert blues soundtrack
di Fabio Cerbone
Che vi fosse una fortissima fascinazione per i grandi
spazi americani - e di conseguenza per il deserto e la sua "musicalità" - era
chiaro già nel precedente Heaven
Isn't Gold, ma nulla faceva presagire la scelta coraggiosa e singolare
di questo Mexico City Blues, album interamente (o quasi, poi scopriremo
il perché) strumentale che i 2Hurt di Paolo Spunk Bertozzi dedicano idealmente
all'omonimo poema di Jack Kerouac, tra i primi ad essere pubblicato verso la fine
degli anni Cinquanta. Si intrecciano così suggestioni dai mille rivoli dell'immaginario
americano: la frenesia bop della poetica beat, l'improvvisazione psichedelica
e la liberazione della coscienza del rock'n'roll, infine le radici del blues e
della tradizione folk che sottendono spesso questi brani, unione di più linguaggi
e di più visioni. Un disco tanto semplice nell'idea e nella struttura, anche nelle
sue ispirazioni evidentemente (letteratura beat e suoni rock, un canovaccio classico),
quanto affascinante nella sua resa sonora, niente affatto scontata. Aperto e chiuso
da brevi passi recitati (ecco svelata la piccola concessione del disco) in Watching
Your Sleep e Days of Wine and Roses, con un ficcante svolazzo
di sax, in omaggio evidentemente agli spiriti di Kerouac stesso e di Charlie Parker,
Mexico City Blues avvolge tuttavia la sua anima in un asciutto folk blues dalle
tinte elettriche nere e dai risvolti acidi, che è la naturale prosecuzione di
quanto i 2Hurt hanno impresso sui solchi dei loro precedenti lavori. In questo
caso torna in prima fila il binomio tra chitarre e violino (Laura Senatore), accentuando
ora gli aspetti più rurali del sound (Untravelled,
uno dei due episodi in cui appare come ospite Van Christian, ex Green on Red e
Naked Pray), ora quelli di stretta derivazione blues (Ride the Blues) altre
ancora quelli più onirici (una The Purple Paradise
che sarebbe piaciuta a David Crosby, la drammatica By
the River e la coda acida di Old Rough Roads).
In alcuni passaggi sembra di avvertire una chiara comunione di suoni (e di mete)
con Calexico e Richmond Fontaine, giusto per segnalare contemporanee realtà che
hanno saputo tradurre certa letteratura in musica, ma gli obiettivi dei 2Hurt
appaiono del tutto autosufficienti in questo loro piccolo, sentito tributo.