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Orchestra
del Rumore Ordinato
Mestierante
[Odro 2009]
La scena della canzone d'autore toscana, come dimostrano le convincenti
prove discografiche di Massimiliano Larocca, sta indubbiamente vivendo
un felice momento, e l'esordio su cd dell'Orchestra del Rumore Ordinato,
band fiorentina che con lo stesso Larocca ha sovente condiviso il palco
in funzione di supporto, non fa che confermare ciò. I membri dell'Orchestra
(Michele Scerra, Mike Ballini, Angelo Crocamo ed Andrea Brogi), pur essendo
musicisti di lunga esperienza, suonano insieme da un tempo relativamente
breve, eppure hanno le idee perfettamente chiare su quale sia il "manifesto
programmatico" che deve guidare il loro progetto musicale: ordinare i
rumori per farli diventare melodia. Rumori, ben inteso, che all'interno
dei brani non sono mai invasivi e comunque sempre funzionali al testo.
"Mestierante è un disco domestico", scrive nelle brevi note inviate alla
redazione insieme al cd Michele Scerra, autore di buona parte dei
brani, "registrato in garage per rispettare l'unico cliché del rock'n'roll
che ci sta a cuore, quello della purezza".
Questa scelta, sebbene porti con se un inevitabile bagaglio di piccole
imperfezioni tecniche, si traduce in un'immediatezza ed in una freschezza
lontane mille miglia dai suoni di plastica del nostrano pop da alta classifica.
L'esordio del disco è semplicemente da urlo: Diciott'ore
Sul Divano è un piccolo capolavoro minimalista impreziosito
dai ricami chitarristici di Mike Ballini, una spoken song (o qualcosa
di molto simile) che riesce a trattare un argomento trito e ritrito, quello
della fine di una storia d'amore, con delicatezza ed originalità. "Diciott'ore
sul divano, in silenzio senza un piano": raramente, in un paese che ha
fatto degli amori finiti l'argomento principe della propria cultura canzonettistica,
una frase è riuscita a racchiudere, con tagliente lucidità ed una notevole
capacità di sintesi, il senso di vuoto che la fine di una storia porta
con se. Se Diciott'ore Sul Divano si eleva almeno un paio di spanne sopra
buona parte della produzione nostrana, tutto il disco si mantiene, pur
con i difetti di un'opera prima autoprodotta, entro buoni, quando non
ottimi, livelli.
Quello che colpisce in Mestierante è sopratutto la variegata
ricchezza musicale: tra i suoi solchi trovano spazio le sonorità blues
fortemente odorose di zolfo di Animali Solitari
e lo swing dal sapore sudamericano di Sudati
l'America, il folk leggermente spruzzato di jazz di Preferisco
l'Inverno ed il tex-mex di Non Riesco
a Dirti Addio o di Sporchi Cattivi
e Serpenti, gli accenni jazz di Gente
autosufficiente, lucido ritratto di un'Italia nella quale "niente
potrà cambiare tanto c'è sempre quello là" e nella quale "vige la legge
del menga, chi l'ha in culo se lo tenga" e l'ariosità di ballate come
L'ultima Volta, nella quale un felice
utilizzo di dobro e slide dimostra ancora una volta come le coordinate
musicali del gruppo, sebbene fortemente ancorate in Italia, guardino decisamente
oltre oceano. Un ottimo esordio ed una ventata di ottimismo per la musica
made in Italy, insomma. Bravi.
(Silvano Terranova)
www.myspace.com/orchestradelrumoreordinato
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