Confezione minimale
con un cavatappi disegnato su uno sfondo bianco. Il live di Veronica Sbergia
e dei Red Wine Serenaders sancisce un periodo prolifero ed ispirato. Inciso
nel febbraio 2014 al teatro Duse, Besozzo (VA) questo live conferma le qualità
di una delle formazioni italiane più amate all'estero del nostro magro circuito
indipendente. La selezione dei tredici brani in ascolto è frutto di una rara conoscenza
della materia. Le interpretazioni ripercorrono i grandi maestri del blues del
passato dall'introduttiva Rock In In Rhythm di Tampa Red alla rivisitazione
di Blind Bake, una Ukulele Swing da ascoltare a tutti i costi. Max De Bernardi
dimostra la sua esperienza e proprietà degli strumenti, l'elogio strumentale del
tasso del miele ne è una conferma. Veronica Sbergia sguazza con assoluta confidenza
interpretando le note di Some Of These Days e The Last Kind Words,
carezze nostalgiche di una musica senza tempo sempre da godere. Oltre alla voce
di Veronica Sbergia e alla straordinaria abilità di De Bernardi occorre segnalare
il contributo al contrabbasso di Dario Poleari. Sfido a trovare in giro una versione
intensa e trascinante di Jitterbug Swing di Bukka White come quella che
appare in questo album. Nulla è fuori posto e niente è come essere dal vivo ad
ascoltarli.
Angela
Esmeralda e Sebastiano Lillo Delta
Soul [Popolo
del Blues/Audioglobe 2015]
La ristampa in vinile di Delta
Soul ci offre l'opportunità per presentarvi una delle realtà emergenti
più interessanti della scena del blues italiano, ivi "deep south blues" visto
che le origini sono pugliesi (Monopoli). Angela Esmeralda, voce e Sebastiano
Lillo, chitarr0,e vantano già un pedigree concertistico di tutto rispetto
oltre ad essere stati a rappresentare l'Italia all'IBC a Memphis lo scorso gennaio.
L'album in questione mostra notevoli potenzialità per una coppia, che può alimentare
tranquillamente sane ambizioni. Il blues resta il raggio illuminante, ma intorno
non sono trascurati inclinazioni soul e jazzy di buon gusto. La forza dal vivo
è rappresentata dalla formazione in duo mentre nel disco gli spazi vuoti sono
colmati da Danilo Amato al contrabbasso, Teodoro Carriero alla batteria, Enzo
Iaia alla chitarra, e Alex Grasso a chitarra, contrabbasso e Hammond. L'album
passa gradevolmente in ogni suo punto, ci si può soffermare sui blues primordiali
di Buy Me A Ring e Hurry Down!, in soste tinte di soul Blue Freedom
o ammirarli nei momenti solitari di Driven My Car, con la sola voce di
Esmeralda, e in Me and Greta Walk Naked, pizzicata dalla sola resofonica
di Lillo.
Henry
Carpaneto Voodoo
Boogie [Orange
Home Records 2015]
Un lavoro
che non ti aspetti tra le pubblicazioni italiane Voodoo Boogie rappresenta
l'esordio discografico del pianista ligure Henry Carpaneto. La qualità
è alta e stavolta non si trascende sull'ovvio prodotto all'italiana, ma si punta
a un lavoro dal carattere internazionale. Lo rendono tale indubbiamente la rilevante
presenza di musicisti della caratura di Bryan Lee, alla voce, Otis Grand, chitarre,
e Tony Coleman alla batteria (qualcuno lo ricorderà con B.B.King). Tirato Chicago
Blues che sa toccare sia un repertorio di classici come Caldonia o One
Room di Memphis Slim, ma che sa essere squisitamente autografo attraverso
i testi (8) di Bryan Lee. Pertanto non passano inosservati momenti come My
Brain is Gone e Blind Man Love per rendere compiuto un lavoro sulla
carta sicuramente di non facile realizzazione. La tecnica e l'esperienza, mai
di maniera, di Henry Carpaneto elevano le tracce di Voodoo Boogie tra gli album
di cui potersi vantare all'estero.
Jesus
On A Tortilla Gone
To Main Street [Jesus
On A Tortilla 2015]
Il
blues è giovane e lo testimoniano i Jesus On A Tortilla, con un esordio
molto intrigante. L'album conta di dodici tracce compiendo il sogno dei quattro
protagonisti: Lorenzo Mumbles Albai, armonica e voce, Massimiliano Chiara, Kevin
Clementi al contrabbasso e Matteo Ferrario alla batteria. L'idea è non propriamente
di riproporre la scena di Chicago, magari troppo romanzata sullo stile di una
pellicola come Cadillac Records, bensì di puntare alla fedeltà delle atmosfere
degli anni '50, annusare quel brulicare di talenti che circolavano in una strada
fondamentale per la storia del Blues: la 2120 South Michigan Avenue (aalla quale
i Rolling Stones dedicarono un loro brano). Si allude alla Chess Records e quanto
di buono è partito in quegli anni d'oro. Pertanto si parte proprio da Muddy Waters
con una pimpante rilettura di Gone To Main Street e si chiude con l'omaggio
strumentale a Little Walter Off The Wall. In mezzo tanta storia rivisitata
con padronanza e senza presunzione. Appropriata e audace la scelta di Easy
di Big Walter Horton, singolo inciso invece alla Sun Records nel 'febbraio del
53 quando un certo Elvis non era ancora in giro a fare consegne con il suo furgoncino.
Buona la resa di passaggi come You Upset My Mind di Jimmy Reed o Be
Careful di John Brim, uno non proprio fortunato in casa Chess, che ritroviamo
con piacere in questa raccolta. I Jesus On A Tortilla promettono bene!