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  Phill Reynolds
A Sudden Nowhere
[Phill Reynolds 2021]

Sulla rete: phillreynolds.bandcamp.com

File Under: dark folk songs


di Giovanni Andreolli (27/01/2021)

La prima cosa bella e notevole di A Sudden Nowhere, per chi non la conoscesse, è la voce di Phill Reynolds, alias Silva Cantele, musicista indipendente veneto con diversi gruppi alle spalle (Miss Chain and The Broken Sheels e Radio Riot Right Now) e una carriera solistica di quasi dieci anni che l’ha portato in concerto dall’Italia agli USA, facendogli ottenere una buona fama oltreoceano. L’iniziale Is It Painful (con Marion Moroder) è l’incarnazione (anche se astratta) musicale di un dolore profondo, nato per le complicazioni di un rapporto; lo strumento più adatto per percepire la fatica e la sofferenza è la bassa voce del cantautore. Ma non c’è solo questo: i pezzi si costruiscono musicalmente di volta in volta andando oltre un folk cantautoriale tradizionale. Tornando sempre alla prima traccia citata, nonché primo singolo (e video), l’armonica a bocca è il ponte che collega le prime dense strofe voce-chitarra di Reynolds ad una polifonia vocale luminosa e delicata, non come una guarigione piuttosto come una consolazione.

E’ solo un esempio tra i tanti, si potrebbero anche aggiungere il brillante sassofono di Time Is Now, i tre diversi brani strumentali, due in acustico (Nostra Cresia De S’Arena e To Agota) e uno d’atmosfera, semi-bucolico, (Spring on Second Fret), l’elettrica di You’ll be Fine, e così in avanti, perché le cose ben riuscite in questo album sono parecchie. Nel comunicato stampa in allegato al disco, Reynolds viene consigliato a chi apprezza altri artisti dalla stessa profonda tonalità vocalica, come Tom Waits e Nick Cave. La finale cover di Leonard Cohen, dove in realtà è Francesca Amati (Comaneci) a tenere la scena, sembra essere una scelta significativa in questo ambito di riferimenti: ma la musica di A Sudden Nowhere, per quanto, come confermato dallo stesso cantautore, non possa non risentire implicitamente della pandemia, a partire subito dal titolo, è più chiaroscurale, densa di sfumature.

I modelli consigliati non sono fuori luogo, eppure credo sia meglio dare spazio all’unicità del musicista veneto, o almeno alla sua bravura. Dal punto di vista teorico può essere discutibile, ma credo di poter affermare che Phill Reynolds propone nel suo nuovo lavoro un cantautorato moderno, contemporaneo per musiche e tematiche affrontate (Officer, per esempio, con il suo basso melodico, riguarda l’omicidio di George Floyd avvenuto lo scorso maggio), aperto ad altri generi ed influenze e per questo brillante, mai scontato. A Sudden Nowhere è già, a mio parere, uno dei migliori dischi di questo neonato anno 2021.


    

 


<Credits>