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  Spookyman & The All Nighters
Blood Sweat And Tears
[Bloos Records 2021]

Sulla rete: bloosrecords.com

File Under: down home blues


di Roberto Giuli (07/06/2021)

Spookyman, al secolo Giulio Allegretti, chitarrista e cantante, bluesman di lungo corso nel panorama nazionale e oltre, smette per un attimo i panni dell’one man band, grazie ai quali si è costruito una notevole credibilità, giungendo a condividere il palco con ottimi nomi della scena internazionale, da Eric Gales a Jon Spencer. Simile reputazione non solo per i panni però, c’è anche la ricerca di un sound personale, ancorché proteso verso le origini e filtrato attraverso la sua capacità di strumentista, nonché il grande pregio di scriversi il proprio materiale, con buoni risultati. E non è affatto scontato, soprattutto per un genere come il blues, in cui tale capacità compositiva fruttifica non tanto dietro le stesure armoniche, quanto tra le pieghe delle innumerevoli sfumature, nei dettagli, nell’architettura emozionale dei brani.

L’artista aveva già dato buona prova di sé nell’omonimo disco d’esordio del 2016, un lavoro che privilegiava certe atmosfere acustiche, a tratti down-home, con un bel gioco di arrangiamenti e una scrittura notevole, tutte qualità che il bluesman romano porta in dote per questo Blood Sweat And Tears. Indi restano intatte le capacità e cambia la veste, ma il peso specifico è lo stesso. Entrano in scena gli All Nighters, ottimi musicisti, Marco Di Folco alla chitarra, Simone Scifoni a keyboard bass, batteria, tastiere, il sorprendente Andrea Di Giuseppe all’armonica; si parte per un viaggio dai toni chiaro-scuri, come si fosse avvolti da una bruma lungo la riva di un fiume. E via la bellissima Back To me, il lento in minore As The Sun Will Rise, piccole gemme come Woman Complants, guidata dall’armonica e caratterizzata da una vena r&b (interessante la variazione armonica nell’intermezzo; quando si dice la scrittura). Se l’iniziale title-track (splendido harp solo in “terza posizione”), notturna e vagamente sorniona, gode di qualche traccia “early 60’s” (stessa sensazione per l’eccellente Fireman Blues), No Peace è un esplicito omaggio al Chester Burnett (Howlin' Wolf) di Smokestack Lightning.

Dieci tracce in tutto, quasi sempre con il crepuscolo incombente, vedi l’ottima I Don’t Mind, dalla notevole presenza ritmica, lo shuffle Who Cares, con i suoi interessanti accenti e tutto il resto, fino alla piacevole, conclusiva So Long. Manca qualcosa? Forse sfoceremo nell’ovvio, ma un bello stomp strumentale, magari guidato dalle sonorità dell’armonica, avrebbe fatto bella mostra di sé; la band ha tutti i numeri a posto. Notevole.


    

 


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