Guglielmo Ubaldi - Le urla degli ubriachi nel mezzo della notte Programma Uno 2003
 

Trapela molta passione nelle tracce dell'esordio di Guglielmo Ubaldi, giovane cantastorie che ha deciso il coraggioso passo verso la prova solista. L'immaginario musicale che popola le sue canzoni non si nasconde infatti dietro finte coperture, mette in gioco tutto il suo passato, gli artisti e i dischi che lo hanno guidato verso dieci brani tutti originali, dall'impianto classicamente folk. Dalla copertina in tema "on the road" al lungo elenco di amori musicali e ringraziamenti contenuto nel booklet del cd (con tutti i testi inclusi) si intuiscono ispirazioni americane, "strade blu", ballate sospese tra radici country e spigoloso rock younghiano. Tutto questo non lo fa sembrare tuttavia un semplice imitatore di luoghi e suoni lontani dalla nostra realtà. I testi in italiano e la poetica a volte ironica altre vagaboda, mostrano i segni di personaggi come De Andrè e Bubola, i primi a tentare una contaminazione tra la canzone d'autore di casa nostra e le folk song americane. Queste sono in fondo le vibrazioni che trasmettono brani dall'impianto acustico quali La ballata dell'uomo triste o Johnny il pazzo. Ubaldi si destreggia con semplicità tra chitarre, mandolino, banjo e persino violino, ricorrendo ad una parca sezione ritmica. Le chitarre elettriche di Daniele Zanarini spuntano in Eclissi, ballata rock sulla scia dei Crazy Horse, nonostante il volto più convincente venga alla luce nella linearità melodica di Billy e Margo e nelle atmosfere rurali di Goodbye Willie. Qualche incertezza nella candenza vocale e le inevitabili ristrettezze produttive non inficiano assolutamente l'ispirazione generale: da incoraggiare.
(Fabio Cerbone)

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