W.I.N.D.
Temporary Happiness
[Artesuono  2013]

www.windrockband.net

File Under: rock blues with a bit of soul

di Paolo Baiotti (25/03/2013)


I friulani W.I.N.D. sono in attività da oltre un decennio; hanno pubblicato sei dischi a partire dall'omonimo album del 2000, sempre guidati dal cantante e bassista Fabio Drusin, da cinque anni accompagnato da Anthony Basso alla chitarra e Silver Bassi alla batteria. Con questa formazione avevano già dato alle stampe Walkin' In A New Direction tre anni fa, rispetto al quale Temporary Happiness rappresenta un notevole passo in avanti, sia nella maturazione del songwriting che nell'intesa tra i musicisti e nella loro crescita come strumentisti. Lunghi tour europei, anche come backing band di Alvin "Youngblood" Hart e di Johnny Neel (ex tastierista degli Allman Brothers con il quale collaborano da anni) e jams con nomi importanti hanno dato sicurezza e popolarità al gruppo che si può ormai considerare come la risposta europea ai Gov'T Mule.

Il rock blues granitico dei power trio dell'epoca d'oro di fine anni sessanta (Cream, Beck-Bogert-Appice, l'Experience di Hendrix) e il southern rock che sono stati la base di partenza dei friulani restano basilari per il loro suono, ma sono stati affiancati dalla musica nera (gospel, soul, rhythm and blues) presenti in dosi inattese nel nuovo album. Registrato in presa diretta senza troppi fronzoli, Temporary Happiness ha un impatto indiscutibile con la title track, un soul di matrice Stax impregnato di gospel con i fiati in primo piano ed un testo che stigmatizza la società contemporanea, interessata al benessere materiale a scapito di valori meno immediati. La maturazione dei W.I.N.D. è testimoniata dalla compartecipazione di Basso come compositore e voce solista in alcune delle tracce migliori del disco a partire dall'entusiasmante Stand For Your Brother, introdotta da un riff debitore dei Grateful Dead, trascinata da un groove irresistibile fino all'esplosione di un assolo di chitarra da urlo, con il sorprendente contrappunto di controcanti gospel e dei fiati.

Sullo stesso livello The Lonely Place Inside, ballata anni settanta con un assolo psichedelico esemplare e il grintoso rock blues Born To Ride tra Mountain e ZZ Top con la chitarra protagonista assoluta. Tra i brani di Drusin si distinguono More Than Myself che ricorda le ballate psichedeliche dei Gov'T Mule, impreziosita da un assolo epico di Anthony, la conclusiva In The Winter Time, uno strumentale intimista molto particolare e riuscito con un breve intermezzo cantato e la dolente Sun Shines Through The Rain. Forse il disco è un po' lungo, con un paio di tracce più scontate come Waiting For Next Friday e The First Day Of The Rest Of My Life, ma il giudizio complessivo non può che essere positivo, anche per la qualità del suono e della produzione.



    

 


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