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Ameircana songwriting di
Marco Restelli (16/01/2014)
Locomotion è l'album d'esordio di W.B. Givens, nuovo ed interessante
cantautore cresciuto nelle campagne collinose al nord del Mississippi, successivamente
spostatosi in Nord Carolina, per poi finire (inevitabilmente?) nella mitica Nashville.
Era quindi piuttosto naturale, visti i suoi movimenti, che il ragazzo sviluppasse
una forte passione per il bluegrass ed il country tradizionale che, già ad un
primo ascolto, emergono come stili dominanti della sua musica, seppur ben mescolati
con un sound più propriamente Americana e qualche venatura rock. I suoi punti
di riferimento dichiarati sono Townes Van Zandt e John Prine, ma la sua scrittura
(condivisa al 50% con Chad Carson) suona assolutamente spontanea, tanto che "fresco"
credo sia proprio il termine che meglio si addica al suo disco.
Fra gli
11 pezzi incisi, il primo singolo Oh my God,
che apre con un ritmo uptempo questo Locomotion, è la summa perfetta di quanto
sopra riportato, con quei suoi violini belli arzilli ed il mandolino ad accompagnare
un'accattivante melodia radiofonica. Il protagonista della canzone (e del video
correlato, molto ben curato) cerca una via di fuga dalla sua vita piatta rifugiandosi
in mare e, a quanto pare, l'ispirazione all'artista è venuta dalla scelta fatta
proprio da suo zio, che spese molto tempo della sua vita su una barca. Anche la
successiva ballata Family Stone e il banjo
ben arrangiato di The Desert (le cui note
iniziali ricordano, forse un po' troppo, quelle di Summerlong di Kathleen Edwards),
risultano cullanti e intriganti al punto giusto, confermando che il ragazzo ha
senza dubbio della stoffa, così come assai piacevole è l'organo, di memphisiana
memoria, che fa capolino un po' ovunque in Low Fuel.
Con Come
Sunday poi, ancora veloce e ritmata, con le chitarre acustiche finalmente
in prima linea, trovo che Givens riesca proprio a fare centro, in quanto ci porta
a respirare quell'aria della provincia americana, dove un canto che proviene da
una chiesa in lontananza, può ancora far nascere la voglia di scriverci sopra
una bella canzone country. C'è ancora tempo però per la più bella canzone dell'album
che, a mio avviso, si trova nel finale: è Blood and Gold
and Latitude, che descrive lo stato di una relazione amorosa e la cui
atmosfera è arricchita da un'immancabile pedal steel guitar (strumento per il
quale, lo ammetto, ho un debole particolare). Da ascoltare e riascoltare. Sintetizzando
il tutto, quindi, definirei come un buon esordio quello dell'ennesimo cowboy di
turno W.B. Givens, che penso valga la pena segnalare su questa nostra rivista.