File Under:
roots rock, southern
roads di
Fabio Cerbone (09/01/2014)
Una tradIzione di famiglia da mandare avanti quella dei fratelli Mallett, Luke
e Will, cresciuti in una fattoria del Maine, ma con testa e cuore che sembrano
rapiti inesorabilmente dal southern feeling della musica americana. Entrambi sono
figli d'arte di David Mallett, folksinger locale che a cavallo tra la seconda
metà degli anni 70 e i primi 80 aveva raccontato le gesta, i paesaggi e la vita
agreste della sua terra attraverso gentili bozzetti dal passo country folk, finiti
anche nel repertorio di John Denver, Emmylou Harris e Arlo Guthrie. Una carriera
in sordina la sua e forse apprezzata più dai colleghi che dal grande pubblico,
ma la soddisfazione oggi di ritrovarsi due ragazzi alle prese con la stessa passione.
Land, terzo episodio della Mallett Brothers Band,
è forse il disco che potrebbe spingere fuori dai ristretti confini regionali il
gruppo di Luke e Will, un sestetto arricchito da Brian Higgins alla batteria,
Nick Leen al basso, e dalla coppia di chitarristi Wally Wenzel (anche al dobro)
e Nate Soule. Se infatti premi e riconoscimenti non sono mancati sino ad oggi,
ma sempre circoscritti alla piccola scena del New England, il potenziale rock
della band, quell'intrecciare improbabili (vista la provenienza geografica) radici
sudiste e ballate dal dolce sapore rurale, potrebbe imporli tra gli appassionati
di un suono Americana che non sia del tutto stereotipato sulle brezze acustiche
e country. La caratteristica vincente di Land è infatti il suo sgusciare tra le
voci dei due fratelli Mallett, l'una più rauca, bluesy e classicamente southern
rock, l'altra aggraziata e naturalmente portata alla forma rurale. L'alternanza
è l'arma in più del gruppo e il dittico di Blue Ridge
Parkway, colori roots pastello, e Farmer's
Tan, incalzante roots rock dalle tenaci esplosioni elettriche, rappresentano
bene i poli opposti del loro songwriting.
Colpisce la fantasia strumentale
e il groove della Mallett brothers Band, non certo l'originalità di uno stile
che preferisce restare sulle tracce di un rock americano da strada, formale eppure
coinvolgente. Mainstream nella produzione cristallina, senza essere affatto appiattiti
sul gusto country rock nashvilliano (hanno aperto per Travis Tritt e Toby Keith,
ma speriamo non prendano gli stessi vizi di quest'ultimo), sudisti nell'anima
(All Kind of Crazy, le travolgenti galoppate
di Little Bit of Mud e Piece of Land),
preziosi nel curare sempre chitarre e melodia (i coretti seventies di
Somethin' to Lean On, il riff accattivante del dobro che accompagna
Take It Slow), a tratti lanciati verso un rock'n'roll dalla tonalità quasi
grunge (Goodnight, un po' fuori posto e fuori
tempo, roba degna dei Collective Soul se li ricordate), i fratelli Mallett sono
una boccata d'aria fresca per il genere. Un'etichetta come la New West dovrebbe
metterli sotto contratto.