Lynne Hanson
7 Deadly Spins
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Lynne Hanson 2015]

www.lynnehanson.com

File Under: country noir

di Marco Restelli (11/11/2015)

Solo un anno fa, proprio in autunno, mi sono trovato a recensire River of Sand, disco di Lynne Hanson che mi aveva favorevolmente colpito - tra l'altro - sia per la sua coerenza espressiva, trattandosi di una sorta di monografia sulla delusione amorosa, sia per i suoi notevoli spunti melodici. Oggi, un po' a sorpresa per la verità, espressamente per l'occasione della festa di Halloween, la bionda canadese ha deciso di lasciarsi un po' andare (stavolta accompagnata dai Good Intentions), registrando una manciata di murder ballads da inserire in un vero e proprio concept dal titolo piuttosto emblematico: Seven Deadly Spins. Già dalla copertina, che mostra il disegno di un piatto del giradischi insanguinato, s'intuisce lo spirito giocoso del progetto ma, nonostante questo humour nero che lo contraddistingue, il risultato finale resta degno di nota.

Le storie che la Hanson ci racconta - sotto la preziosa direzione dell'amica Lynn Miles, passando dall'americana al blues - presentano personaggi e situazioni sui generis che ruotano tutte intorno al tema della morte o comunque della vendetta, come nel caso di Gravedigger, dove un misterioso tipo si aggira presso un cantiere navale, al tramonto, seppellendo cadaveri con un cinismo senza pari ("Gravedigger That's my name - Ashes to ashes - Just chalk in the rain - Break the rules - Can't change the game - Gravedigger: that's my name). Alcuni di questi protagonisti raccontano i propri omicidi in modo "serenamente macabro", in una manciata di mini racconti costruiti con lo stile del narratore interno. Accade ad esempio in Water's Edge (qui la slide guitar di Tony D marca con decisione il territorio), dove una donna uccide il marito per vendicarsi dei suoi tradimenti e, scavando la sua fossa in una foresta per nasconderne il corpo, dice di sperare già in un nuovo amore, finalmente sincero.

La canzone più bella - che Lynne ha scritto durante la convalescenza forzata per un'operazione al ginocchio - è a mio avviso la ballata centrale Cecil Hotel nella quale un uomo, ex proprietario di una fattoria, confessa di addormentarsi ogni notte fra le quattro mura di un albergo, pregando che la morte e il diavolo non arrivino durante il sonno, lasciandolo con i suoi peccati. Aveva una moglie e dei figli, ma la siccità gli ha tolto ogni speranza, fino a quando i banchieri non si sono presentati alla sua porta per togliergli tutto e lui non ha potuto fare a meno di sparargli. Passerà il resto della sua vita dandosi alla macchia. Impossibile non citare, ancora, la descrizione minuziosa della bellezza stratosferica di una Black widow (scritta insieme alla succitata Myles), ai piedi della quale ogni uomo sembra cadere. Ma l'autrice avverte: state attenti uomini….. "She's the last bad choice any man is gonna make".

Termino con l'auspicio che queste sette affascinanti storie portino fortuna a chi ha saputo proporle con rinnovato talento, senza tuttavia prendersi troppo sul serio. Se volete, per la notte di Halloween avrete già la vostra colonna sonora in stile RH, per esorcizzare i vostri fantasmi, anche se non lo troverete se non su i-tunes o tramite canali di distribuzione non facilmente praticabili.


    


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