Gwyn Ashton
Radiogram
[
Proper
2012]

www.gwynashton.com


File Under: aussie rock blues

di Paolo Baiotti (31/10/2012)

Nato in Galles, Gwyn Ashton è emigrato in Australia negli anni sessanta, ha iniziato a suonare la chitarra a dodici anni e formato la sua prima band a sedici. Negli anni ottanta si è spostato a Sydney e poi a Melbourne dove ha registrato i primi due dischi da solista. Ha aperto per Junior Wells, Rory Gallagher e Albert Lee finchè si è convinto che per sfondare era necessario cambiare continente ed è tornato in Gran Bretagna. Fang It, inciso nel '99 con Gerry McAvoy e Brendan O'Neill, sezione ritmica di Rory Gallagher (al quale è accostabile sia come immagine che come modo di suonare), è entrato in classifica in Francia, dove Ashton è stato votato nel 2000 terzo miglior chitarrista da una rivista specializzata locale. Dischi e tour sono proseguiti negli ultimi anni prevalentemente in Europa, spesso in duo con il batterista Kev Hickman, mentre due anni fa la ditta italiana Liutart ha dato il suo nome ad un nuovo modello di chitarra.

Possiamo dire che Ashton è un chitarrista conosciuto e stimato da molti colleghi e dagli appassionati dello strumento, un virtuoso sia all'elettrica che all'acustica con una predilezione per la slide, ma al di fuori di questa cerchia non è riuscito finora ad emergere, pur avendo supportato B.B. King, Mick Taylor, Buddy Guy, Peter Green, Johnny Winter, Magnum e tanti altri. Ci riprova con Radiogram, inciso in Inghilterra, mixato a Los Angeles da Justin Hopfer, produttore dei Lost Prophets e masterizzato in Australia, ma temo che neanche lo sforzo combinato di tre continenti e la partecipazione di ospiti più o meno prestigiosi possano cambiare la situazione. Il materiale non è di grande qualità, il suono è un rock spruzzato di blues troppo metallico e invasivo, la voce di Gwyn non ha caratteristiche particolari...è discreta, abbastanza potente, ma non trasmette grande emozione. Resta la chitarra, indubbiamente ben suonata, ma non basta, a fronte di arrangiamenti discutibili e di una freddezza di fondo che viene scalfita solo a tratti.

Tra le dieci tracce non sfigurano il rock melodico di Don't Wanna Fall, con Mark Stanway dei Magnum alle tastiere, la ballata Fortunate Kind con Stanway e Robbie Blunt (già con Robert Plant) arrangiata con gusto e l'eccellente Angel, un lento sognante tra Jimi Hendrix e Jeff Healey con una chitarra molto ispirata. In compenso tracce come For Your Love, lo scontato rock Comin' Home e la rocciosa cover funky-blues di I Just Wanna Make Love To You di Willie Dixon sono decisamente superflue. Fortunatamente il disco è chiuso dallo strumentale Bluz For Roy, un evidente tributo a Roy Buchanan del quale Gwyn ricalca lo stile con indubbie capacità e senso della misura.


     


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