Jim Cuddy
Skyscraper Soul
[
Blue Rose
2012]

www.jimcuddy.com


File Under: country soul, pop

di Fabio Cerbone (03/05/2012)

Per chi ha seguito con affetto l'avventura dei canadesi Blue Rodeo, attraverso più di due decenni di onorata carriera e troppi bei dischi ignorati al di fuori dei confini nazionali, non sarà un mistero scoprire il lato romantico e pop di Jim Cuddy, che dei due timonieri in seno alla band (l'altro Greg Keelor) ha spesso incarnato il volto più gentile e tradizionalista. Conseguenza naturale di una voce adamantina e raffinata, che si riflette sulle radici country rock e pop d'autore del musicista. Non sorprende dunque che il suo terzo disco solista, Skyscraper Soul, pubblicato in patria nel 2011 e oggi rilanciato sul mercato europeo dalla Blue Rose, sia immerso in queste atmosfere agrodolci e levigate, sequenza di ballate e tempi medi che mette insieme lo zucchero degli Eagles con le sfumature del soul e di un limpido folk rock dai toni settanteschi. Questione di classe quella di non trasformare tale ricetta in una melassa indistinguibile, offrendo invece belle, semplici e rotonde canzoni, qualche rara scivolata e un mestiere infinito in studio di registrazione.

Non cadiamo comunque distanti dai momenti più melodici degli stessi Blue Rodeo, e la presenza dell'amico Bazil Donovan al basso rende bene questa idea di continuità artistica. Jim Cuddy però ci tiene a precisare quanto le composizioni siano più personali rispetto alla sua scrittura con il vecchio gruppo. Sarà certo una questione di sensibilità che solo il diretto interessato può cogliere, ma francamente mi pare che il cristallino roots rock di Regular Days, il sobbalzare spumeggiante di Still Want You o la pettyana What Is So Wrong finiscano per evocare una cifra stiilistica molto simile. È il sound per cui giustamente Cuddy è diventato un piccolo maestro e gli va dato atto che pur giocando sempre nello stesso campo riesce a non essere del tutto banale. Le melodie ovviamente le abbiamo già sentite innumerevoli volte, ma grazie agli arrangiamenti e alla co-produzione del chitarrista Colin Cripps, Skyscraper Soul porta a casa persino alcuni piacevoli imprevisti.

Ad esempio il raffinato soul rock di Watch Yourself Go Down, dove Cuddy sceglie (e non sarà l'unica occasione) di colorire la melodia con la tromba di Bryden Baird, invece di ricorrere ai trucchi soliti di un rock dalle gradazioni rurali. Accade anche nella gemella Water's Running High, bluesy e intensa nell'interpretazione vocale del protagonista, con l'organo di Steve O'Connor a spargere fragranze sixties. Certo, avesse evitato le smancerie di Ready to Fall o How in the World, sdolcinate come solo Cuddy sa essere a volte, lavorando per sottrazione avrebbe forse raggiunto un equilibrio perfetto. Ad ogni modo, per un disco che pare sia nato quasi per caso, dopo alcuni scarti che non avevano trovato collocazione nella colonna sonora di Four Sisters, cortometraggio firmato dalla moglie Rena, i risultati appaiono in linea con l'ispirazione ritrovata dagli stessi Blue Rodeo in questi anni.


    


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