Sallie Ford & The Sound Outside
Untamed Beast
[
Partisan
2013]

www.sallieford.com

File Under: american graffiti college queen

di Fabio Cerbone (18/03/2013)

Mostra i muscoli Sallie Ford e con il fedele combo dei Sound Outside aggiorna in chiave garage il suo approccio al vecchio linguaggio del rock'n'roll. Tolta la patina swing e quel gusto decisamente retrò che agghindava con curiosità il suo esordio - un biglietto da visita con il beneplacito degli Avett Brothers, che a suo tempo l'avevano presa sotto braccio per un tour, procurandole un contratto discografico - Untamed Beast è oggi un disco più sbarazzino e pepato, che non elimina, per l'appunto, i sospetti di "retromania" insiti nella musica della band, ma se non altro consegna un'interprete più spavalda e meno preoccupata di fare il verso alle grandi chanteuse del passato. Dubito insomma che qualcuno possa ancora tirare in ballo l'icona abusata di Billie Holiday, quanto meno sentendo i graffi di They Told Me e l'appiccicoso groove di Addicted, lascivo blues e trame rockabilly che pescano nell'abc del linguaggio anni cinquanta senza suonare esclusivamente come revival.

L'idea è semmai quella di una versione meno folk e più caustica della collega Jolie Holland, immaginandola però a capo degli Alabama Shakes per una scampagnata verso sud, tra i chitarroni vintage e stracolmi di accenti twang di Jeffrey Munger (sentitelo in Party Kids, con annesso un video ufficiale davvero divertente, e nella pantomima alla Link Wray della tribale Lip Boy) e una band che è cresciuta nel cammino, facendosi più sicura e pungente. Certo, restiamo spesso nel recinto dei ricordi, un po' come i citati Alabama Shakes e la loro condottiera Brittany Howard, che con Sallie Ford ha in comune una voce aggressiva da ragazzaccia di strada, in netto costrasto con un'immagine personale un po' goffa da ligia studentessa di college.

Su questa sorta di conflitto Sallie Ford ci gioca (basti guardare appunto il video citato poc'anzi) e fa bene, anche perché la sua rabbia la fa esplodere interamente dentro il nervosisimo garage rock di Bad Boys, Rockability e Devil, episodi che puntano sul parossismo dei ritmi crudi dei Sound Outside, tirati per i capelli da una registrazione live (i Jackpot! Studios della loro casa natale, Portland, Oregon) che esalta quelle poche, essenziali dinamiche sulle quali è costruita tutta questa musica. La quale non avrà nulla di geniale, strizzando sempre l'occhio alle radici dell'american music, ma riesce a tirarsi fuori dagli impicci con una malizia che è propria solo di chi è giovane e impenitente: ecco allora il ruzzolare di Shivers, con una chitarra piccante sulla coda finale, l'irresistibile melodia bubble gum di Do Me Right e l'aria rurale da Vecchia America in Paris, fino alla chiusura acustica di Roll Around, che mettono una parola definitiva sulle qualità di interprete di Sallie Ford.


    


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