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folk
jazz chanteuse di
Emilio Mera (22/06/2013)
Tra tutte le folk singer al femminile, a cominciare forse dalla prima in assoluto
Elizabeth Cotten (che con la sua voce e la sua chitarra da 5 cents cantava delle
sue pene vissute in schiavitù) per proseguire con le più note Joan Baez, Joni
Mitchell e Melanie Safka, capaci di sprigionare con la forza della loro voce tutti
i loro sentimenti, possiamo annoverare anche Emma Hill. Proveniente dall'Alaska
ma residente nella "viva" Portland, la chanteuse possiede una voce profonda piena
di forza e vigore capace di donare alle giornate uggiose e piovose vita e sole;
una voce spesso gentile che ti accarezza ad ogni nota tanto speciale quanto profonda,
una voce altre volte malinconica ed intima sempre piena di pathos capace di rigenerarti
ad ogni sua nota.
Emma con il suo compagno di lunga data Bryan Daste (dalla
stampa specializzata vengono spesso annoverati alla coppia Dave Rawlings/Gillian
Welch) hanno deciso per questa loro nuova fatica di ritornare alle origini, alla
loro amata Alaska. E Bryan oltre a produrre il disco, con un tocco di slide e
banjo qua e là e altri effetti, è l'anima strumentale per questo The Black
and Wretched Blue. Durante tutto l'album si respira un certo "vibe" di
New Orleans grazie ai fiati e alle trombe (Cowyn Wilkey) presenti in sue diverse
composizioni mentre piano (Chris Hubbard) e violino (Aron Carter) ci riportano
altre volte alle atmosfere jazzate degli anni 30-40. Dalla swingata Crushin'
alla dolce malinconia di The Arrow Sharp, dalla sognante A
Pilot GoodBye alla folkeggiante Life on The
Road la folkstress dell'Alaska ci regala un viaggio pieno di dolci
melodie, dove comanda il rumore bianco della sua voce capace di farci ricordare
in egual misura Jolie Holland, Kate Wolf, Kitty Wells e Lind Ronstadt.
Emma
ci riporta a contatto con la natura incontaminata nella soffusa The
Little Wolves Cried o ci conduce verso le atmosfere pianistiche dei
primi album delle indimenticabili Janis Ian e Ricky Lee Jones nella conclusiva
For Jimbo. Il folk fa ancora da padrona nella
riuscita I Was Eighteen, nella finale Miss You
Tonight (posta come hidden track) o nella "ramblin' song"
A Hundred Homes, una ballata rurale, dove ci fa soffermare in tutti
i luoghi visitati nei suoi lunghi viaggi. Emma Hill possiede una di quelle voci
di cui è difficile non innamorarsi, capace di fiorire in primavera come in inverno
sia durante il giorno che durante le ore notturne più profonde. The Black And
The Wretched Blue è un disco che merita tutta la nostra attenzione e che va sviscerato
nella sua profondità fra tradizione e modernità.