Davidson Hart Kingsbery
2 Horses
[
Fin Records
2013]

www.davidsonhartkingsbery.com


File Under: roots rock

di Davide Albini (23/07/2013)

Non sono esattamente una band ma neppure un solista, diciamo che stazionano tranquillamente a metà del guado con quello strano nome che si sono scelti, dove Davidson lo hanno aggiunto forse per creare confusione, mentre Hart Kingsbery è davvero il nome di battesimo del leader e unico songwriter all'interno del gruppo. 2 Horses è il loro debutto ufficiale ed è un disco roots rock dannatamente piacevole che rincuora sulla bontà del genere, quando al centro ci sono canzoni che guardano sì alla tradizione, ma sono capaci di esprimere anche una netta personalità. La storia di Kingsbery è già tutta un programma: sarei quasi pronto a giurare che sia persino un po' costruita, ma trattandosi di gente che naviga nell'indipendenza più assoluta, non faccio fatica a convicermi della buona fede.

Sta di fatto che il ragazzo è cresciuto a Paris, Texas, in una famiglia religiosa e poco propensa al rock'n'roll, studiando canto da bambino nel coro della chiesa e frequentando scuole confessionali, fino a quando il diavolo gli si è parato davanti e lo ha spinto sulla strada opposta. Il padre costruiva fibie e trofei per i rodeo, portando in giro il figlio lungo tutto il paese: deve essere stato lì che Hart Kingsbery, per quegli strani scherzi del destino, ha sviluppato per la prima volta il suo amore verso la country music, Johnny Cash e Buck Owens i suoi eroi. Trasferitosi quindi a nord, nella fredda Seattle, ha trovato stranamente da quelle parti il suo "Texas immaginario": la band, con Dean Johnson alle chitarre e l'ottimo Ben Strehle al pianoforte, si è fatta le ossa nelle serate danzanti, prima di inventarsi un repertorio originale. Tutta l'educazione ricevuta e il passato di Kingsbery sono così confluiti nella nuova creatura musicale, che davvero non sembra appartenere a quella città (anche se va ricordata una scena locale legata all'alternative country): la limpida ballata Met an Angel ha il gusto del migliore country rock che sogna grandi spazi; Eyes of Green una malinconia blues di fondo e un sound epico fatto di chitarre e piano; Stuck in Washington il passo sudista del rock sotto la linea di Memphis.

Nessuna novità, avrete già capito, passa per le note dello spedito honky tonk elettrico di Stay Outta My Dreams e Devil in His heart o per la cadenzata ballad country Letter to You e quella colorata di soul Sunflowers on the Water, ma se avete un debole per quel vecchio rock americano che si tinge di country&western e polvere allora i Davidson Hart Kingsbery accenderanno un po' di entusiasmo, spesso sopito di questi tempi. In effetti è parecchio che non si sentiva miscelare con tale convinzione le radici del rock'n'roll bianco, riportandoci con le lancette dell'orologio indietro di una decina d'anni o più, quando l'alternative country svelava ogni mese una piccola sorpresa dalla sterminata provincia americana: Davidson Hart Kingsbery li vedrei bene sotto contratto con la Bloodshot, etichetta storica specializzata in questo tipo di revival e sempre talentuosa nello scovare formazioni di tale tempra (penso ad esempio agli ottimi Deadstring Brothers). Prendano nota, se ci sentono...


      


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