Bobby Long
Wishbone
[
ATO
2013]

www.bobbylong.info


File Under: americana, pop rock

di Fabio Cerbone (13/07/2013)

Singolare omonimia, eppure nessuna strana parentela con il personaggio cantato da Grayson Capps e soprattutto narrato dal padre di quest'ultimo nel romanzo Una canzone per Bobby Long (Mattioli 1885) poi divenuto un film nell'interpretazione di John Travolta. No, Bobby Long è un ragazzo, per giunta inglese, della periferia di Manchester, salito alla ribalta per la sua amicizia con l'attore Robert Pattison e l'inclusione di una sua canzone nella colonna sonora di Twilight (dio ce ne scampi). Questi in sintesi i primi passi dell'aspirante folksinger nel circuito mediatico, tanto rapito dall'amore per il classico storytelling da incidere l'esordio, autoprodotto, Dirty Pond Songs nella stanzetta di casa. Si è fatto notare eccome, come spesso accade in questi anni duemila attenti a certa introspezione acustica, tanto da ottenere a tempo di record un contratto con la ATO di Dave Matthews: A Winter Tale è stato il trampolino di lancio nel 2011 e anche la scusa per fare i bagagli e approdare a New York, lì dove sentimentalmente la sua musa aveva sempre guardato.

Un po' di melodia british nelle vene gli resta, ma fondamentalmente Bobby Long è un altro dei "nuovi Ryan Adams" in circolazione, almeno stando alle cronache del suo ultimo lavoro, Wishbone. Un disco che nasce sull'onda di alcuni intensi tour negli States: un'apparizione al famoso Bonnaroo, qualche data di supporto alla stessa Dave Matthews Band, quindi con Iron & Wine, Micheal Franti e persino Steve Windwood, infine un paio di ospitate televisive, che sono servite a rodare la sua nuova touring band. Indaffarato, non c'è che dire, e per uno che probabilmente sogna da sempre l'America, la scrittura rock classica di questo Wishbone riflette un salto di categoria. Long infatti è salito a bordo del primo aereo per Los Angeles: è lì che ha preso forma questo secondo capitolo per la ATO, dopo quell'esordio di fattura più intima e acustica, passato a dire il vero un po' inosservato al di fuori dei confini europei (dove, guarda caso, ha ottenuto più consensi).

Su Wishbone ci ha messo le mani niente meno che Ted Hutt (Gaslight Anthem, Lucero) e i risultati, quanto meno in termini di impatto e sound, non mancano di imprimere un deciso cambio di marcia. Insomma, una sterzata elettrica alle ballate di Long (Devil Moon, Blood in the Orchard), che lo trascina in territori al confine tra Americana di bella calligrafia e pop rock di matrice chitarristica. L'attenzione per le melodie e la trama costruita con chitarre e pedal steel (Rich Hinman) ha i suoi ispiratori nobili nel citato Ryan Adams e naturalmente, quando si finisce su queste frequenze, Tom Petty. Buona parte delle canzoni viaggiano tra le romanticherie di She Won't Leave e Help You Mend, il battito soul di Making You Walk e più in generale dentro un suono accattivante e stradaiolo (la vibrante Yesterday Yesterday), nonostante la sensazione sia spesso più di forma che di sostanza, complici alcuni brani di rotonda fattura, ma alla fine un po' superflui. Al momento ancora uno fra i tanti.


     


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