Samantha Martin & The Haggard
Samantha Martin & the Haggard
[
Dollartone
2012]

www.samanthamartin.ca


File Under: female vocals, rock

di Emilio Mera (18/12/2012)

La cosa che colpisce ascoltando le prime note di Dark Angel è la voce di Samantha Martin, una voce dolce come il miele e allo stesso modo aspra come un bicchiere del miglior whisky, una forza della natura capace di far ricordare Janis Joplin e Amy Winehouse, di prenderti per la gola e trascinarti in un vortice di emozioni. Samantha riesce a districarsi con facilità tra diversi generi: dal gospel al blues, dalle country ballads al reggae passando per il rock 'n roll e gli Stones (ascoltate Road to You per crederci). Capace di agitare i cuori solitari con il suo feeling questa nuova chanteuse riesce ad alzare la febbre dell'ascoltatore facendo venire in mente anche Etta James, Mavis Staples o Bonnie Riatt, pur mantenendo un suo timbro originale e unico. Originaria di Edmont, Ontario, Samantha si è spostata a Toronto iniziando una carriera che l'ha portata ad esordire in solitario nel 2008 con l'omonimo album.

In questa sua nuova raccolta é assistita, nel compito di alzare i ritmi cardiaci, dagli Haggard, un combo composto da Mikey Mc Callum (leader dei Kennington Hillibillies) alle chitarre, Greg Sweerland al basso, Pete Lambert alla batteria, Derek Downham alle keyboards oltre ad una nutrita schiera di coriste capaci di infondere all'album un sound R&B e soul di sicura presa. Gli Haggard suonano alla grande in tutte e tredici le tracce, mostrando una grande affinità con la cantante, non "picchiando mai troppo forte né troppo piano" ma lasciando sempre la voce di Samantha in primo piano. L' album, coprodotto da John Dinsmore (Sarah Harmer, Kathlen Edwards e NQ Arbuckle) è un bell'affresco di stili diversi, sia nelle sue nove composizioni originali che nelle quattro cover tra le quali spiccano una The Last Thing On My Mind (di Tom Paxton) in versione reggae, una fumosa This May Be The Last Time (delle Staples Singers) e una non troppo riuscita versione di Rain From The Skies (di Burt Bacharach /Hal David).

Se l'iniziale Dark Angel è una ballad influenzata dal gospel con la chitarra in primo piano, Where I Went Wrong sembra una outtake di Amy Winehouse con quel feeling sognante capace di trasportarti in luoghi lontani. Hard Luck Woman è un brano honky tonky con un tocco di rock'n roll e la successiva Fire & Brimstone si basa su un groove aggressivo e convincente. La trascinante Heavy Load ha un assolo di chitarra acido, mentre Loretto ci trascina negli anni d'oro del country al femminile (quello di Patsy Cline, Loretta Lynn, Tanya Tucker e molte altre). New Kind Of Blue è un rock 'n roll quasi urlato, mentre Six White Horses ci regala un momento di tregua con una ballata piena di soul capace di aprire una breccia nel cuore dell'ascoltatore. La perla dell'album è forse la versione "a cappella"del tradizionale You' re My Sunshine, una sorta di Mercedes Benz della Joplin che mette ancora una volta in evidenza la potente voce della chanteuse canadese. Se Amy e Janis hanno lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di molti, Samantha lo può forse colmare con la sua splendida voce.


 


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