Melissa Ruth and The Likely Stories
Ain't no Whiskey
[
Both Ear Records
2012]

www.melissaruthmusic.com


File Under: doo-wop twang

di Marco Poggio (24/01/2013)

Canadese d'origine, Melissa Ruth ha dovuto abbandonare, come d'altronde molte altre sue "colleghe", la terra natia per poter avviare la propria carriera musicale. Trasferitasi infatti nell'assolata California, per iscriversi alla facoltà di musica, si dedica al contempo alla stesura di brani autografi, i quali andranno in seguito a comporre il suo album d'esordio. Una volta laureatasi, si stabilisce ad Eugene, Oregon, dove, oltre ad iniziare la professione d'insegnante, in ambito ovviamente musicale, pone le basi di un parallelo percorso artistico, la cui prima tappa è la pubblicazione di Underwater and Other Places. Un debutto, quest'ultimo, caratterizzato da scarne composizioni di ascendenza folk, o per meglio dire "home-grown folk sass", come definito dalla stessa Ruth.

Una formula quest'ultima che sembra tuttavia sopravvivere solo in parte tra i solchi del nuovo Ain't no Whiskey, nel quale, complice l'acquisto di una chitarra elettrica, una Guild Freshman del 1958 per la precisione, lo spettro sonoro della songwriter canadese pare allargarsi a dolenti ed elettriche sonorità bluesy, così come a soffuse melodie jazz. La schiettezza acustica del debutto viene in parte accantonata, in favore di una maggiore introspezione, percepibile tanto a livello sonoro quanto lirico. Fondamentali, nell'attuazione di questo cambio di sonorità, sono senza dubbio gli apporti strumentali di Johnny Neal, marito della stessa Ruth, alla chitarra e al basso, e del fratello di quest'ultimo, Jimmy, che percuote con calibrata maestria i propri tamburi. Quello che il trio ottiene è un amalgama elettro-acustico, nel quale trovano spazio agresti echi country, la sofferenza insita nel blues, ed il fascino notturno del jazz, in quello che la nostra sintetizza con la suggestiva definizione di "doop-woop twang".

E proprio una chitarra twangy tesse la melodia nell'opener Drive in the Rain, umbratile blues dalle tinte country. Impregnata di sentori bluesy è anche la title track, avvolgente slow che si dipana lento intorno a una sofferta interpretazione vocale della Ruth, che pare trovarsi a proprio agio negli inediti panni della blueswoman. Assistiamo invece ad un ritorno verso gli originari territori folk nella pulsante Write Me a Love Song, con un preciso lavoro di Jimmy Neal alle spazzole, così come nell'armonioso valzer No one Said Nothin 'bout Dancin'. Se Cinco de Mayo è una riuscita ballata d'impronta folk, la conclusiva Wake me in the Morning è un nuovo malinconico tuffo nel tormentato animo della songwriter, enfatizzato dai ricami della sei corde di Neal. Un album di una bellezza insinuante Ain't no Whiskey, ad opera di un'artista che pare aver trovato la dimensione sonora ad essa più congeniale.



<Credits>