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70s rock blues di
Marco Poggio (19/03/2013)
Il
passaggio da semplice gregario a band leader, e la storia musicale ne è maestra,
non è mai facile, può essere infatti tanto il preambolo di una luminosa carriera
quanto di una rovinosa e dolorosa caduta. A compiere il fatidico passo è in quest'occasione
Nick Peraino, chitarrista e cantante nativo del New England, ma da tempo stabilitosi
in quel di Chicago. Qui il nostro ha visto nascere la propria passione per il
blues, musica quest'ultima che non ha mai smesso di risuonare tra le vie della
Windy City. Dopo una prima militanza tra le fila della roots rock band a nome
Nick Peraino and Blue Moon Risin, ed alcune collaborazioni come sideman per artisti
quali Joanna Connor e Sugar Blue, nel 2011 il chitarrista da vita al progetto
Nick and The Ovorols, del quale detiene saldamente la leadership. Primo
risultato di questa nuova avventura è Telegraph Taboo, debutto discografico
nel quale confluiscono deep soul, mordaci sventagliate chitarristiche e piccole
digressioni bluesy, a rievocare i fantasmi dell'heavy rock settantiano.
Un
album muscolare quindi, dove ampio spazio viene lasciato alla sei corde dello
stesso Peraino, tra debordanti assoli e duetti con quella del sodale Carlos Showers,
a creare un drive chitarristico che è un po' il leit motiv dell'intero lavoro.
E se sulle qualità tecniche dei due succitati musicisti non vi è nulla da eccepire,
degna di menzione è senza dubbio la voce dello stesso Peraino capace di passare
da una rochezza quasi robinsoniana, alla "corvo nero" per intenderci, nei brani
trasudanti elettricità, a tonalità più calde ed avvolgenti quando le atmosfere
si rarefanno, ricordando a tratti un Paul Rodgers d'antan (dei bei tempi andati
di Free e Bad Company, non quello della recente e becera collaborazione con la
"Regina"). Sembra proprio estrapolato da un vecchio vinile dei Free l'opener Take
The V Train, sincopato rock blues targato Seventies, a ribadire come
i nostri guardino a sonorità del passato, portando avanti al contempo un'attualizzazione
delle stesse. Operazione questa, che porta alla stesura di brani come Chitown
Via Greyhound, tra distorta ruvidezza rock e screziature bluesy, o
l'irrequieta Honey Please, ben sostenuta dalla
batteria di Lance Lewis e dal basso di Vic Jackson.
L'anima nera di Peraino
ha invece modo di emergere tanto nel ciondolare soul di Hey,
Mr. President, quanto nel r'n'b, dall'ossatura funk, Half
Of Two, dove ad aggiungere ulteriori colori sonori troviamo un hammond
dal retrogusto vintage e degli incantevoli cori femminili. Si affievoliscono in
parte le adrenaliniche scariche elettriche nell'ispirata ed evocativa ballata
Try Me, ben doppiata da una Day To Day
appannaggio del solo titolare, dalla quale emerge la buona padronanza sia delle
proprie corde vocali che di quelle del proprio strumento. Con un debutto solido
e ben suonato Peraino si scrolla definitivamente di dosso l'ombra del proprio
passato da sideman, dimostrando al contempo di trovarsi a proprio agio nell'inedito
ruolo di leader.