John Wheeler
Un-American Gothic
[
Cooking Vinyl
2013]

www.johnwheelermusic.com


File Under: hillbilly americana, gothic country

di Silvio Vinci (06/02/2013)

John Wheeler è un personaggio straordinario: leader degli Hayseed Dixie, campioni del "rockgrass", un genere musicale nuovo che fonde punk, country e bluegrass della tradizione, autori di ottimi dischi, in genere caratterizzati da straordinarie ed originalissime cover di generi tra i più disparati (Kiss, AC/DC), tra i quali Killer Grass del 2010, uno dei miei preferiti degli ultimi anni (ascoltare per esempio la cover campagnola di Won't Get Fooled Again degli Who, devastante!). John , quarantenne, nato a Nashville, sin da piccolo è abituato alla musica, studia piano ma diventa chitarrista, si laurea in storia e filosofia e gira il mondo (compresi i tour con gli Hayseed Dixie) in motocicletta, per la quale nutre passione viscerale, ma sopratutto, per nostra fortuna, ha un talento musicale fuori dal comune.

Originalità, coraggio e carisma trasudano dal disco che ho in mano: il suono non si sposta di un centimetro dai dischi degli Hayseed Dixie, ma Un-American Gothic è un suo figlio, fisiologicamente il disco solista che tutti i leader o front-man desiderano realizzare ad un certo punto della carriera dentro una band. Comincio subito ad esaltarmi all' ascolto del primo brano in scaletta, Down At The Exit, perfetta country rock song, bella melodia e riconoscibilissimo lo stile già apprezzato nei lavori degli Hayseed Dixie; Doomsday Dance è adrenalina folk; Eton Rifles si sposta sul binario ballad, pianistica e intensa nell'interpretazione; Deeper in Dept è l'hit single che già alla fine del 2012 ha lanciato l'album in questione, lo schema è collaudato grazie al riff chitarristico e alla melodia accattivante ( tra l'altro simpatico il video che vede l'autore che suona immerso in acqua).

Inizia a questo punto del disco un trittico di canzoni superbe, stilisticamente tipiche del nostro ragazzone, mature, strategicamente tenute in serbo per il lavoro solista, musicalmente spartane ma ricche di sfumature che si colgono ascolto dopo ascolto: Little Houses In a Row, Like I Want You e Street Sweeper lullaby, quest ultima arricchita da un leggero tappeto di Hammond che le dà un sapore bluesy, e lo porta alla dimensione di songwriters maturi quali Elvis Costello, John Hiatt , Joe Purdy. Wondering Why I Ever Go Home continua ad emozionare per intensità, fino alla ballad (ancora pianistica) Black Forest Skies e alla conclusiva Walk Between Raindrops , melodiosa e allegra, molto sixties, quasi un già sentito alla John Sebastian (Loovin' Spoonful), che chiude un lavoro veramente ben fatto, gradevole, e certamente capace di farsi amare dai fans che già apprezzano gli Hayseed Dixie così come da chi volesse per la prima volta assaporare lo stile folk-country-psycho-punk-bluegrass di John Wheeler, al battesimo per la sua parallela carriera solista.


     


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