Beth Jeans Houghton
Yours Truly, Cellophane Nose
[
Mute records  
2012]

www.mute.com
www.myspace.com/bethjeanshoughton


File Under: pop orchestrale, singer songwriter

di Emilio Mera (13/03/2012)

Capita spesso che si abbia voglia di ascoltare qualcosa di "diverso", di arricchire la nostra collezione o semplicemente di far ascoltare qualcosa che possa sorprendere gli ospiti o la persona cara. Yours Truly Cellophane Nose, può essere uno di questi dischi: spiazzante, con uno charme particolare tutto suo. In Yours Truly troviamo di tutto e di più e non solo folk nel senso stretto della parola, ma folk in senso lato che porta con sé un riuscito blend di glam rock, psichedelica e tanto pop orchestrale. Cambi repentini di marcia, litanie, brani a cappella e come strumentazione archi dal suono barocco (forse troppi), trombe, fanfare e cornamuse dal sapore albionico, il tutto condito con una batteria dello stile banda di paese/marcia militare. Questo suono spiazzante, a volte ingombrante, ha come collante la sua voce. Non una voce da "Wow Factor"come la prossima Adele, ma eterea e gentile, angelica, quasi surreale e che presenta forti somiglianze con quella di Vashti Bunyan, dell'intramontabile Shirley Collins e di Beth Orton.

Autrice di tutto questo è Beth Jeans Houghton, 22 anni dalla umida Newcastle, al debutto sulla lunga distanza dopo l'acclamatissimo Hot Toast Ep del 2009 che aveva fatto gridare al miracolo come Next Big Thing (cosa che troppo spesso capita nella critica britannica). Beth è cresciuta a pane, Joni Mitchell e Sandy Denny e ha lasciato in tenera età la scuola per soddisfare le sue ambizioni musicali. Yours Truly era già stato scritto e registrato nel 2009 ma ci è voluto un produttore esperto come Ben Hillier (Blur, Depeche Mode) a tirare fuori tutto il talento (spesso nascosto) della cantante inglese. La accompagnano i bravi Hooves of Destiny composti da Dav Shiel (batteria), Rory Gibson (basso), Ed Blazey (chitarre e tromba) e Findlay Macaskill (violino e seconda voce). Il singolo Dodecahedron è il modo migliore per entrare nell'affascinante mondo della signorina Houghton: con l'ausilio di uno xilofono e di vari campanellini, la songwriter ci racconta di uno strano sogno, il tutto avvolto in un'aurea impalpabile e misteriosa con la sua voce da soprano ad accarezzarci e portarci per mano.

La particolarità dell'album è che a ogni successivo ascolto si percepiscono particolari che possono sfuggire al primo impatto come nell'iniziale Sweet Tooth Bird, dove una batteria marziale e un toy piano ci conducono in un'epoca lontana. Atlas rompe gli indugi con una pop song diretta e sfacciata, arricchita da un riff di chitarra che fa venire in mente gli Arcade Fire. Uno degli higlights dell'album. Nightswimmer è una lullaby che sa tanto di Talking Heads, mentre la successiva The Barely Skinny Tree ci regala un intro a cappella e un'armonia acustica, contornata da violino e chitarra, di sicura presa. Il brano forse più bello e più intenso dell'intero album. La dolce melodia di Lilliput è introdotta da un'arpa e si trasforma in una cavalcata folk dominata dalla voce agrodolce di Beth. Veins mostra il lato più soulfoul e non può non farti venire voglia di ballare, mentre la decisa Franklin Bendict è puro pop orchestrale in cui confluiscono influenze glam. La finale Carousel sembra un numero di pop art, dove risate di clowns e cori angelici si mescolano a linee condotte da harpischord e violini. E' presente anche una ghost track, un brano in puro english punk style con tanto di grida e chitarre sferraglianti. Una cantautrice unica nel suo genere.


   


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