Penelope Houston
On Market Street
[
Glitterhouse  
2012]

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File Under: singer-songwriter

di Emilio Mera (22/03/2012)

La prima cosa che viene associata al nome di Penelope "Penny" Houston è di essere stata la cantante/ front woman degli Avengers, una punk band di Frisco che nel giro di soli due anni ('77-79 epoca d'oro del genere), attraverso pochi singoli ed esibizioni live incendiari (famosa la loro personale versione di Paint It Black degli Stones) si fecero conoscere come uno dei gruppi più influenti di punk californiano (da ricordare il loro concerto prima dell'ultima esibizione dei Sex Pistols). Per molti rimarrà sempre la cattiva ragazzina punk con i capelli a zero dotata di una bella voce e niente più. Non tutti infatti associano il nome di Pennny Houston alla figura di cantautrice e al suo passaggio verso lidi più intimi ed acustici. Nel '87, dopo aver sciolto gli Avengers (che si sono riuniti per una tournee nel 2004) e dopo aver lavorato per alcuni anni nell'industria cinematografica di Los Angeles, ritornò nella sua Frisco incidendo il suo debutto solista Birdboys (bellissima la copertina che la ritraeva ormai trentenne), una gemma folk pop che alcuni forse ricorderanno (o potranno scovarlo in qualche mercatino dell'usato), dando origine a quel folk revival movement che la portò ad essere etichettata come"Queen Of Neo Folk" al pari di Michelle Shocked, Suzanne Vega e Tanita Tikaram.

On Market Street è il suo settimo lavoro dopo ben otto anni di silenzio dal precedente Pale Green Girl del 2004. Il suo é un ritorno alle origini e alle atmosfere di quel bellissimo debutto, un riuscito blend tra cantautorato classico e suoni west coastiani, pop pastorale, folk intimo e alternative country. Per la realizzazione dell'album, Penny è riuscita a prendere a prestito, per un paio di giorni, il prestigioso Fantasy Studio (dove incisero da Sonny Rollins a Joanna Newsom) raggruppando a sé una solida squadra di musicisti veterani (l'amico di sempre Pat Johnson alla chitarra, Dawn Richardson alla batteria e il bravo Danny Eisenberg all'organo Hamond B3) e affidandosi all'esperta mano del produttore Jeffrey Wood (HouseMartins, Giant Sand).

E proprio l'organo hammond (una presenza costante in tutta la raccolta) e un indovinato giro di chitarra funky ad aprire l'album con l'opener All The Way una riuscita ballata dai sapori soul. L'hammond fa da padrone anche nella ritmata Missouri Lounge, ricca di una melodia molto catchy che rimanda agli orizzonti polverosi delle terre dell'Ovest. La titletrack merita da sola l'acquisto del cd, una folk ballad romantica e melanconica punteggiata dalla vibrante voce di Penelope e dalle corde della sua chitarra acustica. You Reel Me possiede i ritmi caldi e classici di Lucinda Williams (periodo Car Wheels..) mentre Come Back To The Fountain e la dolce amara Dead Girl ci riportano alle vecchie atmosfere della West Coast. Scrap é la summer pop song per antonomasia mentre Winter Coats e Meet Me In France hanno lo stesso charme e stile delle prime composizioni di Suzanne Vega. La finale USSA ci riporta alle origini punk di Penny con un riuscito straight rock'n roll ricco di chitarre sparate e basso pulsante che ci rimanda agli X e a Exene Cervenka. Come passare da brutti, sporchi e ribelli a belli, docili e gentili.


   


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