Perhapst
Revise Your Maps
[
Jealous Butcher
2013]

jealousbutcher.com


File Under: indie folk-pop

di Christian Panzano (10/07/2013)

Dietro il moniker di Perhapst si cela il volto irsuto di John Moen. Crazy uncle, come viene soprannominato nella cricca, ha imparato tanto dai suoi Decemberists. Si potrebbe dire che un caleidoscopio di gruppi e gruppuscoli di recente creazione traducono fin da piccini la lezione del quintetto di Portland, ma Moen perpetua - e con questo non mi si venga a dire che è una cosa brutta - quel piglio upbeat con cui Colin Meloy condì un Castaways and Cutouts più di un decennio fa, tanto per fare un po' di storia. È sempre stato carino - scusate il termine viscido e fastidioso - ascoltare i Decemberists anche al volgere, ripetuto a volte, di certa sintonia rat pack aggiornata al duemila. Moen vi si ricollega spesso con spunte blasonate, altre volte tirando fuori una indole personale che a me personalmente non ha entusiasmato.

Poco male, anche perchè alla fine dei minuti che vanno a concludere la dozzina, il risultato tutto sommato è accettabile. Parliamo comunque di un uomo parecchio preso da quando ha iniziato a maneggiare le bacchette della batteria e non solo, perciò con gli anni che pesano sulle spalle, è diventato un obelisco di tanta giovane creatività indipendente americana di ieri e di oggi. A John quel che è di John. Le prime tracce del suo ultimo lavoro, Revise Your Maps - sarà un invito o un avvertimento? - fino alla title track giocano con materiale bellino, ma niente più. Il solito frigidaire musicale da camper estivo, tecnicamente ineccepibile. Ma ad un certo lasso - e stiam parlando di Sorrow & sharme - si intravede una luce gentilmente concessa dalla robustezza del basso che caparbio s'insinua nella ritmica nerboluta. La successive True Sparrow e Find Me pur ostentando un kitch-oriented - sembra quasi di sentire gli Wham versione unplugged - battono comunque un colpo secco alla siccità di inizio gara anche se - e ogni pentimento è sempre ben accetto - in Offering the Blues Moen si accorge di aver esagerato un po' troppo e si immerge nel manouche dolce e stradaiolo, quasi swamp. Risulta in stile, coerenza ed ironia, il pezzo più riuscito dell'album.

Cosa volete che vi dica? Io ad ascoltare Revise Your Maps mi sono divertito, non quanto avrei voluto, ma non tutte le ciambelle vengono col buco. Diciamo che se avessi potuto scegliere tra Moen e la Peyroux, avrei scelto Madeleine, ma è stata già spendidamente recensita e quindi ho ascoltato attentamente e scritto del mio meglio. Io mi andrei a riascoltare King is Dead dei Decemberists, fossi in voi. Tanto per salvare quei cento e passa giorni di sole l'anno donati da madre natura all'Oregon.


    


<Credits>