Autori Vari
I Like It Better Here - Music from Home
[Hemifran  2010]



Hemifrån è da diverso tempo una delle agenzie di promozione musicale più importanti a livello europeo, soprattutto se riferito al mondo Americana e roots: un marchio riconoscibile tra gli addetti ai lavori che vede nella figura dello svedese Peter Holmstedt una sorta di talent scout e scopritore di nuovi e vecchi talenti della scena cantautorale più defilata dei 70s e non solo, con un occhio di riguardo soprattutto al mondo dell'altra Nashville e della West Coast. È proprio riunendo alcune figure chiave del folk rock califoniano che Hemifrån debutta oggi anche come etichetta discografica, allargando il proprio interesse oltre la barriera del semplice ufficio stampa: un sogno, diciamo la verità, che molti di noi che in qualche modo sono coinvolti in questa passione avrebbero voglia di coltivare. Music From Home è una sorta di "scusa" per mettersi in pista, utilizzando con intelligenza il parterre di outsider e campioni che la scuderia Hemifrån può vantare nella sua formazione: sconosciuti songwriter fianco a fianco con veri e propri fuoriclasse della canzone westcoastiana si ritrovano sotto lo stesso tetto, è proprio il caso di dirlo, per un progetto che anche nella scelta del tema principale sembra ricercare una precisa originalità. Al fondo di I Like it Better Here, Music From Home vi è infatti il concetto di casa, di pace domestica, nelle sue diverse declinazioni: canzoni sul desiderio di tornare a casa oppure sul dispiacere di farvi ritorno, canzoni sulla speranza di una casa, sul sentirsi a casa, persino sui posti che "il diavolo chiamerebbe casa".

Idea originale e concept (o disco tributo fate voi) che potenzialmente scompagina un po' le solite carte di album simili, dove siamo abituati ad una parata di artisti che omaggiano classici già sentiti. Quello che manca allora a Music From Home per convincere del tutto non è tanto la sua ragione sociale, per così dire, o la mancanza di fantasia e di spessore nelle liriche, quanto forse una assenza di continuità nella caratura stessa delle performance presenti in scaletta. Inutile negare infatti che - assodato comunque il giudizio positivo sul progetto generale - l'andamento sia alquanto altalenante, la qualità in balia dei singoli, non tutti all'altezza. Strano ad esempio pensare che autentici calibri da novanta come David Crosby e Graham Nash, al fianco dell'autore Joel Rafael, non escano trionfatori dall'iniziale This is My Country, ballata a sfondo politico-sociale che Rafael ci propone in una versione dal vivo penalizzata dalla stessa qualità di registrazione (scarsa). E come loro si ritrovano con le ossa un poco rotte sia Jackson Browne in The Rebel Jesus, sempre dal vivo solo piano e voce nel 2004, sia l'amico Greg Copeland con una inedita 27 Red House Rd tratta dalle stesse session dello splendido disco solista Diana and James.

Brani onesti, ma con la sensazione appunto di essere dei piacevoli "avanzi", superati spesso da artisti assai meno noti al pubblico eppure più dentro il progetto: magari, con un po' di sciovinismo, cominciando dal nostro Francesco Lucarelli, che assistito da Graham Nash all'armonica e cori ci regala una trasparente ballata acustica dal titolo Mr. Sunshine. Insieme a lui si distinguono altri europei dall'animo westcoastiano come Citizen K in A Place to Call Your Home, evocativo e soavemente pop, oppure un più robusto ed elettrico Mikael Person in Home Sweet Home, dalle colorazioni country rock. Tra gli autori "minori" di stretta provenienza americana si difendono bene Keith Miles nella sua The Places The Devil Call Home, country blues dalle movenze sudiste e chiaramente old time, così come il più serafico Vice Melamed in Feels Like Coming Home, mentre molti dubbi si trascinano dietro Amy Raasch (assai soporifera la sua When the Cave Goeas Dark), Jeff Larson (This Morning in Amsterdam) e Jack Tempchin (la bluesy Making Myself a Home richiederebbe qualche limatura e un sound meno raffazzonato). Stiamo comunque parlando di songwriter spesso nascosti nell'ombra, ma con un curiculum di collaborazioni e scrittura solidi, e l'esperienza in questi casi conta lo sappiamo: non hanno da proporre canzoni memorabili, va detto, ma certamente offrono un discreto compendio di folk rock e morbide meditazioni acustiche, simboleggiate ad esempio da Steve Noonan nella solitaria Going Home o dai più spumeggianti Batdorf & Rodney in Home Again.

Nell'insieme l'effetto è gradevole, anche se di sussulti e gioielli nascosti da queste parti non se ne vedono all'orizzonte: Music From Home resta dunque consigliato strettamente ai più curiosi, certamente agli amanti della West Coast …e magari ai "completisti" di Jackson Browne e David Crosby.
(Fabio Cerbone)


:: La scaletta

01. Joel Rafael - This Is My Country (Live)
02. Jack Tempchin - Making Myself At Home
03. Citizen K - A Place To Call Your Own
04. Amy Raasch - When The Cave Goes Dark
05. Jeff Larson - This Morning In Amsterdam
06. Vince Melamed - Feels Like Coming Home
07. Sugarcane Jane - Home Nights
08. Francesco Lucarelli - Mr Sunshine (Alt Mix)
09. Greg Copeland - 27 Red House Rd
10. Steve Noonan - Goin' Home
11. Keith Miles - The Places The Devil Calls Home
12. Bob Cheevers - If This Old House Could Talk
13. Steve Postell - Follow Me Home
14. Robbin Thompson - I'm All In
15. Mikael Persson - Home Sweet Home
16. Batdorf & Rodney - Home Again (Live On Air)
17. Jackson Browne - The Rebel Jesus (Live)

www.hemifran.com



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