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Seth James
Lessons
[Qualified records 2024]

Sulla rete: qualifiedrecords.com

File Under: Delbert's Songs


di Roberto Giuli (16/02/2024)

I protagonisti di questo lavoro sono due. Innanzitutto Seth James, texano doc e attuale, notevole esponente del sound tipico di quell’area, reduce dalle soddisfazioni raccolte in occasione del suo precedente Different Hat (2021). Indi Delbert McClinton, da Lubbock, Tx., autentico fuoriclasse. Lo conoscono in tanti, se non tutti e non solo per aver suggerito qualche “lick” di armonica a John Lennon durante un tour europeo con Bruce Channel (la storia è nota, chi si ricorda di Hey Baby?); correva l’anno 1962, c’era ancora Pete Best e il buon John fece tesoro dell’insegnamento per lustrare il riff di Love Me Do.

Polistrumentista, cantante, autore di gran pregio, Delbert avrebbe avuto, nei sessant’anni successivi l’episodio lennoniano, una lusinghiera carriera nell’ambito di quell’universo sonoro fatto di country, blues e rock’n’roll, identificato poi come “americana”. Dagli Straitjackets, ai Rondells (una hit nel ’65), a una serie di album che va da Victim Of Life’s Circumstances del 1975 fino al recente Tall, Dark & Handosme, tutto va a conferma della sua grandezza; non sono solo i Beatles a dovergli un caffè, pure i Blues Brothers ricorrono alla sua penna e includono la di lui ”B” Movie Box Car Blues nell’album d’esordio (Briefcase Full Of Blues, 1978); il brano è qui saggiamente ripreso. Da dire che c’è un terzo protagonista in incognito, tal Glen Clark, istituzione dello stato della stella, che già in tempi non sospetti raccomandava il giovane Seth al maturo Delbert (si veda l’esperienza Delbert & Glen all’inizio dei Settanta); dal canto suo il ragazzo studiava da sempre e a fondo l’incommensurabile collega.

Tutto sembra quadrare dunque, in quel lembo rovente di terra texana, un omaggio al maestro è inevitabile e si chiama Lessons. James sa il fatto suo e convoca una band corposa e compatta che include, tra i tantissimi, alcuni membri storici del gruppo di McClinton, ovvero l’eccellente e pluripremiato tastierista Kevin McKendree, il batterista Lynn Williams e il bassista Steve Mackey, oltre a una sezione fiati (Vinnie Ciesielski) e tanto altro. Sposta indi il baricentro proprio sul menzionato e fondamentale Victim Of Life’s Circumstances, di cui propone ottime riletture, fedeli e personali al tempo stesso, della title-track e di Honky Tonkin’ (I Guess I Done Me Some), archetipo di quel groove intriso di r&b, ma anche del tipico country rock Real Good Itch, di Morgan City Fool, up-tempo a metà strada tra funky e pop o delle classiche Lesson In The Pain Of Love e Ruby Louise. Notevoli Who’s Foolin’ Who, “rhumba” intrisa di funky (I’m With You del 1990), la splendida e notturna The Rub, da quel Room To Breathe che nel 2003 si guadagnò un Grammy, Maybe Someday Baby, carnoso blues del 1989 dall’interessante sviluppo armonico, soprattutto la bellissima bluesy ballad Take It Easy (da Second Wind, 1978).

Non c’è un quarto protagonista? Certo che c’è, il Texas appunto: senza quei tramonti tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ottimo.

La scaletta, le cover
1. The Glamour of Life
2. Honky Tonkin’ (I Guess I Done Me Some)
3. Real Good Itch
4. Who's Foolin' Who?
5. Maybe Someday Baby
6. The Rub
7. Morgan City Fool
8. Victim of Life's Circumstances
9. Lesson in the Pain of Love
10. Ruby Louise
11. B Movie Box Car Blues
12. Take it Easy



    


 

 

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