Woody Guthrie
My Dusty Road
[Rounder 2009 - Box 4Cd]



"Forse vi hanno insegnato a chiamarmi poeta, ma io non sono poeta più di voi. Non sono più di voi autore di canzoni, né un cantante migliore. La sola storia che ho cercato di scrivere siete voi"
(Woody Guthrie)

Come sono vere, e toccanti, e lucide le parole di Steve Earle quando chiede a Woody Guthrie di tornare tra noi (lo cita Maurizio Bettelli nell'introduzione di Le canzoni di Woody Guthrie, Feltrinelli) perché oggi ne abbiamo bisogno più dell'aria che respiriamo. Un testimone, un "vagabondo della storia". Un ribelle. Un outsider. Un narratore. Un "viaggiatore". Un indomito teppista allergico al potere, ai politici, all'arroganza, all'indifferenza. Sempre sulla strada, sempre in trincea, Woody Guthrie è una delle voci più belle e forti scaturite dall'America perché nessuno come lui, e con il suo coraggio, ha raccontato le ingiustizie, l'emarginazione, la violenza, la disperazione di un mondo che, a distanza di più di mezzo secolo, è ancora messo così, se non peggio. Tanto è vero che quando Billy Bragg e gli Wilco scovarono la sensualissima Ingrid Bergman un vago sentimento di stupore e incredulità aleggiava tra i misconosciuti tesori di Mermaid Avenue. Come se uno storyteller e un songwriter dovesse funzionare a senso unico e occuparsi solo di scioperi, massacri, fame e povertà restando muto e afono di fronte alla bellezza. Forse sarà d'aiuto un'altra scoperta, quella delle incisioni confluite in My Dusty Road, a dare una forma compiuta alla memoria e all'attualità di Woody Guthrie che (e grazie a Steve Earle) oggi è più necessario che mai.

La storia dei "basement tapes" che sono la fonte a cui attingono i quattro CD di My Dusty Road è una specie di romanzo a puntate dove s'incrociano ricercatori e famiglie, etichette discografiche che nascono e che spariscono o che, per fortuna, continuano un lavoro di ricerca inestimabile come ha fatto fin qui la Rounder. Succede, riassumendo in breve (e comunque tutta la storia è raccontata in tutti i particolari nel ricchissimo booklet allegato a My Dusty Road), che una gentile signora italoamericana scopre nella cantina del suo appartamento i master, in metallo, di un'etichetta la Stinson, sconosciuta ai più. La Stinson Records era fondata e guidata, prima che morisse in un incidente stradale da Robert Harris, il cui padre (Herbert) aveva lavorato con Moses Asch (Folkways, tra l'altro) e qui i ricercatori convocati nella cantina di Brooklyn cominciarono a entrare in fibrillazione. I master, più di centocinquanta, erano tutti di dischi di Woody Guthrie e in più erano in condizioni perfette (chissà, là sotto c'è un particolare ecosistema su cui varrà la pena di riflettere). La scoperta è sensazionale perché grazie a una mezza dozzina di eventi del tutto fortuiti, la voce e la chitarra di Woody Guthrie avevano una fonte di partenza (per arrivare al digitale) di grande qualità. Non è stata fortuna, ma lungimiranza sì, quella di scegliere, da parte della Rounder, un tecnico come Doug Pomeroy (già pluripremiato e nominato per i lavori su Lester Young e Charlie Parker, tra gli altri) e di inserire i quattro dischi selezionati in una confezione da Grammy: una valigia, un booklet e piccole memorabilia (compreso un biglietto da visita di Woody Guthrie) a dare il giusto contorno a questo tesoro.

Le note tecniche (per quanto non indifferenti, perché la qualità del suono è davvero molto vicina agli standard odierni) finiscono qui. Se è vero che le canzoni in questa veste sono tutte inedite, è anche onesto ammettere che altrove le abbiamo già conosciute, però nell'organizzazione generale di My Dusty Road assumono un'identità particolare, quasi cogliendo l'occasione di una retrospettiva definitiva o se non altro quanto mai esauriente. Nel primo disco vengono elencati i "greatest hits" (li mette tra virgolette la Rounder e così facciamo anche noi, visto che di hits Woody Guthrie non ne ha mai visti né voluti) e partendo da This Land Is Your Land è facile intuire le altre. Il secondo è dedicato alle sue radici e qui ci vorrebbe un altro trattato (uno, abbondante, c'è già nel booklet) solo per collegare Stackolee alla Carter Family. Il terzo disco sono munizioni per la "macchina che uccide i fascisti": le canzoni per i diritti dei lavoratori e delle loro famiglie. Roba dura, che fa solo bene risentirla oggi. Infine, una bella panoramica dei vagabondaggi con Cisco Houston e Sonny Terry all'armonica, a completare la mappatura di una "strada polverosa" eppure ancora tutta da percorrere. Perché qui si ritrova quella musica che, parola di Woody Guthrie (da Questa terra è la mia terra, Marcos Y Marcos, una lettura obbligatoria) "non ti eccitava solo mentalmente, moralmente, sessualmente, ma faceva qualcosa di meglio, qualcosa di molto più difficile e necessario. Ti liberava la mente". Indispensabile.
(Marco Denti)


www.woodyguthrie.org
www.rounder.com

La scaletta
CD 01
1. This Land Is Your Land// 2. I Ain't Gonna Be Treated This Way// 3. Talking Sailor// 4. Philadelphia Lawyer// 5. Hard Travelin'// 6. Jesus Christ// 7. The Sinking Of The Reuben James// 8. Pretty Boy Floyd// 9. Grand Coulee Dam//10. Nine Hundred Miles// 11. I Ain't Gonna Be Treated This Way// 12. Ship In The Sky//13. Bad Repetation

CD 02
1. Poor Boy// 2. Worried Man Blues// 3. A Picture From Life's Other Side// 4. Buffalo Skinners// 5. Hard Ain't It Hard// 6. Stewball// 7. Stackolee// 8. Gypsy Davy// 9. Little Darling Pal Of Mine// 10. What Did The Deep Sea Say?// 11. Chisholm Trail// 12. Put My Little Shoes Away// 13. Will You Miss Me When I'm Gone?// 14. John Henry

CD 03
1. I'm Gonna Join That One Big Union// 2. Hangknot, Slipknot// 3. Gonna Roll The Union On// 4. The Ludlow Massacre// 5. Sally Don't You Grieve// 6. Harriet Tubman's Ballad Part 1// 7. Harriet Tubman's Ballad Part 2// 8. Tear The Fascists Down// 9. When The Yanks Go Marching In// 10. You Can Hear My Whistle Blow// 11. Union Burying Ground// 12. You Gotta Go Down And Join The Union

CD 04
1. Train Breakdown// 2. Do You Ever Think Of Me?// 3. Guitar Rag// 4. Square Dance Medley// 5. Guitar Breakdown// 6. Raincrow Bill// 7. Ain't Nobody's Business// 8. Stepstone// 9. Ezekiel Saw The Wheel// 10. Bile Them Cabbage Down// 11. Danville Girl// 12. Guitar Blues// 13. Brown's Ferry Blues// 14. More Pretty Girls Than One// 15. Sonny's Flight


<Credits>