Bap Kennedy
Let's Start Again
[
Proper/IRD
2014]

www.bapkennedy.com

File Under: irish americana

di Paolo Baiotti (31/01/2014)

Il sesto album di Bap Kennedy in quindici anni di carriera solista, parca e meditata, viene pubblicato a due anni dal fortunato The Sailor's Revenge, che ha riportato il cantautore originario di Belfast all'attenzione generale. Se il disco precedente, registrato a Londra, si giovava della produzione di Mark Knopfler e della presenza stessa del chitarrista e di altri musicisti della sua band, questa volta Bap è tornato a registrare in Irlanda del Nord, affidandosi al vecchio amico Mudd Wallace, con il quale aveva collaborato negli anni ottanta e utilizzando la band che lo accompagna dal vivo, composta dalla moglie Brenda al basso, dal batterista Rabb Bennett e dal virtuoso chitarrista Gordy McAllister, con l'aggiunta delle tastiere di John Mc Cullough, del mandolino di Noel Lenaghan e della pedal steel di Richard Nelson.

Pensavo che da queste scelte sarebbe scaturito un disco di ballate intrise di atmosfere irlandesi in linea con il precedente; invece Bap è tornato a privilegiare il suono roots rock di matrice americana, pur mantenendo un profilo basso e preferendo toni e colori tenui e moderati, seppur con qualche impennata ritmica rispetto a The Sailor's Revenge, che lo riavvicina ai precedenti Domestic Blues (prodotto da Steve Earle) e Lonely Street. Kennedy conferma le qualità di scrittura timida e raffinata che si adattano alla sua voce melodica e melanconica e la preferenza per un suono elettro-acustico caratterizzato dalla presenza della pedal steel, che emerge già nell'opener Let's Start Again. Il ritmo cresce nel brillante roots campagnolo di Revelation Blues, percorso dal violino di John Fitzpatrick, temperato dalla rilassata If Things Don't Change nella quale la lap steel si ritaglia uno spazio privilegiato. King Of Mexico profuma di tex-mex tra violino e fisarmonica, mentre Song Of Her Desire è una ballata triste di bellezza cristallina. Radio Waves ci riporta agli anni sessanta con una melodia riconoscibile, backing vocals anni cinquanta e una chitarra alla Duane Eddy, seguita dall'honky tonk texano di Heart Trouble, con il contrabbasso di Brenda e un violino in stile western swing e dall'ondeggiante calypso di Under My Wing, interpretato con adeguata voce dolente dall'artista irlandese.

La parte finale del disco comprende il mid-tempo country rock di Strange Kid, la caraibica Fool's Paradise che invita a qualche passo di danza (sempre senza strafare) e il country old style di Let It Go con i backing vocals della moglie e l'impasto di violino e lap steel che ci ricorda il profondo attaccamento di Bap nei confronti di Hank Williams (ricordiamo il suo album tributo, Hillbilly Shakespeare, di qualche anno fa, ndd). Un disco più vario del precedente che conferma la rinascita artistica del musicista, pur risultando forse meno ispirato nella scrittura, pubblicato in edizione singola e deluxe con un secondo cd che ripropone tracce dei primi dischi solisti, con l'aggiunta di versioni inedite, acustiche di Jimmy Sanchez e Please Returt To Jesus, tratte dal precedente The Sailor's Revenge.


      


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