Richard Thompson
Acoustic Classics II
[Beeswing/ Proper 2017
]

www.richardthompson-music.com

File Under: Investment for retirement

di Nicola Gervasini (29/08/2017)

Possiamo perdonare al più grande artista espresso dal mondo del brit-folk di fine anni sessanta di monetizzare un po' la sua carriera, in vista di una (speriamo ancora lontanissima) dorata pensione? Sì, dai, perdoniamoglielo a Richard Thompson, uno dei pochi uomini del mondo musicale inglese ad eccellere in ogni campo nel quale si sia cimentato. Chitarrista tecnicamente perfetto, tanto da guadagnare forse più con i tutorial che con i dischi, autore di grandi testi, pieni di ironia, riferimenti storici e sentimenti espressi col cuore in mano e stile letterariamente ineccepibile, e anche produttore dall'orecchio fine per sé stesso e per altri (pensiamo alle splendide collaborazioni con Loudon Wainwright III ad esempio). E infine anche buon cantante, forse il campo dove meno eccelle, ma qui poi si va sul soggettivo se la sua voce, in ogni caso calda e ben usata, sia di vostro gusto o no.

Solo in un campo non è mai stato un big: quello delle vendite. Non ci sono dati precisi sui numeri, ma i suoi dischi appaiono nelle Billboard solo a partire dal 1985, e forse solo Rumor and Sigh del 1991 ha avuto buoni ritorni anche grazie a dei video pro-MTV ben confezionati. I suoi album anni 2000 appaiono sempre nelle classifiche UK, ma sappiamo tutti che questi posizionamenti non si traducono più in buone vendite ormai da anni. Ma un dato è certo: l'album pseudo-antologico Acoustic Classics del 2014 è stato uno dei meglio accolti. Magra consolazione per un artista che non ha mai sbagliato un album di inediti anche negli anni 2000, pur ormai rimanendo nome solo per appassionati e over 40. Per cui concediamogli pure il bis, se anche il suo pubblico si è stancato di aspettare sue nuove canzoni (gli album Electric del 2013 e Still del 2015 continuavano ad offrirne di ottime, sebbene cominciasse ad affiorare qualche primo sintomo di stanchezza) e alla fine si scalda più per una nuova scarna versione di Meet On The Ledge o Crazy Man Michael piuttosto che sapere cosa ha ancora da raccontare un vecchio folker di 68 anni in vena di festeggiare cinquant'anni di carriera esatti (registrò il primo album con i Fairport Convention nel 1967 a soli 18 anni).

Lo show di questo secondo capitolo ha le stesse dinamiche del primo: solo voce e chitarra acustica, ma non una chitarra qualsiasi. Eppure ancora una volta più che ai virtuosismi, Thompson sembra interessato a ribadire di essere prima di tutto un autore, ricordandoci episodi appartenenti al mondo Fairport Convention (Genesis Hall), alla carriera con la ex moglie Linda (Jet Plane In A Rocking Chair, A Heart Needs A Home) e recuperi da tutti i decenni: anni 80 (She Twists The Knife Again, Pharaoh, Devonside), anni 90 (The Ghost Of You Walks, Keep Your Distance, Bathsheba Smiles, Why Must I Plead?) e anni 2000 (Gethsemane, Guns Are The Tongues). Formalmente ineccepibile anche se si respira aria da adempimento contrattuale (nonostante esca per la sua stessa casa discografica), Acoustic Classics II è solo un modo per ricordare a qualcuno che lui esiste ancora, e che se gente come noi continua a sgolarsi per dire che resta sempre uno dei migliori, un perché ci sarà. E sono queste 14 canzoni, tutti veri classici pur non essendolo mai diventati nel senso economico del termine.


    


<Credits>