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The Mother Hips
Glowing Lantern
[Blue Rose music 2021]

Sulla rete: motherhips.com

File Under: California best kept secret


di Silvio Vinci (22/12/2021)

Ennesimo spettacolare “fungo elettrico” cresciuto nel magico giardino delle idee di uno dei più impattanti gruppi rock americani del ventunesimo secolo: accogliamo con stupore Glowin Lantern e ringraziamo sentitamente The Mother Hips. Non ho dubbi nell’inserire questo affresco di moderno rock americano nella playlist dei più bei dischi del 2021, e non ho nessun tentennamento nel dire che questo ultimo lavoro sta al passo, come qualità, al loro miglior lavoro, quel seminale Pacific Dust del 2009, che rese i Mother Hips la rivoluzionaria, innovativa, colta e ammaliante band della scena indie californiana. Glowin Lantern nasce, come molti altri bei dischi del periodo, dall’isolamento pandemico, ed è un mosaico indescrivibile di frammenti musicali di altissimo profilo compositivo, tra i più vari, colorati, complessi e semplici allo stesso tempo, che si sia potuto ascoltare di recente, sia all’interno della produzione propria degli Hips, sia relativamente ai lavori solisti dei due leader, Tim Bluhm e Greg Loiacono.

L’amicizia tra Tim e Greg, il conoscersi perfettamente, l’avere condiviso per tanti anni non solo la musica ma anche la vita di tutti i giorni, ha permesso la maturazione di uno standard compositivo molto alto per una band che mai -a dire il vero- ha sbagliato un colpo. Abbiamo assimilato una costante crescita nella chimica degli arrangiamenti e delle parti vocali, in tutti i loro lavori, che, come accennato, trovò la sintesi perfetta a cavallo tra il 2007 e il 2013, in dischi quali Kiss The Crystal Flake, Pacific Dust e Behind Beyond, considerati il loro vertice artistico, poi, dopo alcuni passaggi transitori, sempre di alto spessore, ribadisco, si raggiunge oggi con Glowin Lanter un corposo picco di creatività e vivacità artistica. Se avete amato la loro musica acida e punkettara degli esordi e amate gli Hips della recente svolta rock psichedelica, sarà molto probabile inserire questa ultima loro fatica sul podio; e come minimo la medaglia d’argento è sua.

Parlare del disco nel dettaglio dei brani è perlomeno ridondante, perché ogni pezzo è un affresco di bellezza assoluta, di musica americana che va dalle radici folk blues , come Sunset Blues, I Wish The Wind (molto Byrdisiana), al solido acid rock californiano di Looking At Long Days. La lanterna luminosa è una costruzione di mattoncini che s’incastrano l’un l’altro per formare un habitat strutturato, caldo e avvolgente, che al primo ascolto può già lasciare positive vibrazioni ma è con i ripetuti passaggi che inebria completamente, perché sono gli ascolti ripetuti e continui che regalano passaggi inediti e sfumature, che permettono di percepire sapori e retrogusti che scorrono a volte troppo veloci per essere recepiti da un ascolto distratto. Caso emblematico è la vibrante Nature’s Twisting Heart, che ad ogni passaggio guadagna stima fino all’amore incondizionato. Stesso discorso per Clay Mask Clown, che si colloca di diritto nella playlist dei loro cinque migliori pezzi in assoluto.

La sezione ritmica dei fidi Brian Rashap e John Hofer si diverte nel groove di Song In A Calm, con le magiche alchimie di tastiere e chitarra di Tim e Greg a suonare in modalità Little Feat, nel brano che probabilmente raccoglierà i maggiori consensi nel download. Per la cronaca, abbiamo il magnifico Paisley Underground di I Don’t Want To drive You Away, la psychedelia della Frisco Bay di Mountain of Love e l’elegante pop di Green Lines, che riporta alla memoria i Love, gli Spirit o anche Gene Clark. Grande band, grande disco, grande opportunità per riagganciarli a chi li avesse messi in coda e ovviamente conoscerli meglio per chi ne avesse ascoltato soltanto le hits.


    


<Credits>