Nick Cave & The Bad Seeds
Push the Sky Away
[Bad Seeds Ltd/ Self
2013]

www.nickcave.com


File Under: modern world preacher

di Fabio Cerbone (18/02/2013)

- Questo album mi sembra qualcosa di nuovo, sapete, ma nuovo in una maniera che è abbastanza "vecchia scuola"- È lo stesso Nick Cave a toglierci le castagne dal fuoco, dando l'impressione di avere colto l'essenza di Push the Sky Away, album che potrebbe passare per un ritorno al passato, ma con tutta la saggezza e anche la malizia di un artista che certamente ha già scritto nella pietra e lasciato ai posteri le sue vette artistiche migliori. Fra intuizioni già percepite nelle trame dei Bad Seeds e una poetica che tenta di spingersi in avanti senza rinnegare l'impetuoso, tormentato percorso precedente, Push the Sky Away più che un punto di arrivo, è un riassunto di alcune prospettive, quelle più interiori, dell'artista australiano e un tentativo di rivedere la sua scrittura fervidamente immaginifica e religiosa dentro i tempi confusi che stiamo vivendo. Tanto era apparso sensuale e persino sfacciatamente pop, chitarristico e meno decadente del solito il predecessore Dig!!! Lazarus Dig!!!, fortemente influenzato dall'avventura con il progetto Grinderman, quanto si presenta intimo, d'atmosfera questo nuovo capitolo, qualcosa che rimanda immediatamente alla stagione di The Boatman's Call (forse il più stretto parente) e No More Shal We Part.

Inciso nel Sud della Francia, presso La Fabrique, uno studio di registrazione collocato all'interno di una magione del XIX secolo, sempre sotto la direzione di Nick Launay, ma con una chiara direzione artistica dei Bad Seeds nelle mani dell'inseparabile Warren Ellis (suoi non solo gli archi, viole e violini, ma anche i rintocchi moderati di sintetizzatori e loop elettronici che adornano lo sfondo del quadro), il nuovo capitolo (con la defezione catartica del vecchio compagno Mick Harvey) celebra gli sguardi rapiti e curiosi di Cave sulla modernità, sulla confusione dell'era della comunicazione globale, cercando la pace di We No Who U R, ballata minimale che indica la strada, fino all'evanescenza di Push The Sky Away, dissolvenza per voce, organo e battiti che sono spettri. Anche le voci sono fantasmi in questo disco, innalzando preghiere chiamate Wide Lovely Eyes e struggenti arie acustiche quali Mermaids.

Cave non rinuncia al suo ruolo istrionico, ma anche la sua voce appare oggi più moderata, di sicuro meno sofferente che nel citato The Boatman's Call: l'età ha portato giudizio e così le tenebre e la tensione dei versi di Water's Edge (splendido lavoro di orchestrazione di Ellis), il vortice dei bassi e del piano in We Real Cool, l'onirico incedere di Finishing Jubilee Street e il crescendo della gemella Jubilee Street (la più istintivamente rock) non azzardano mai veramente uno scatto fuori posto, sono semmai il riflesso di un linguaggio musicale mistico e carnale, che risulta nello stesso momento essenziale e complesso. Fino al climax raggiunto nel lungo talkin' di Higgs Boson Blues, dove soltanto le visioni da moderno sciamano di uno spiritato Nick Cave, seduto alla finestra della sua grande casa (quella catturata in copertina), possono mettere insieme Robert Johnson, il diavolo in persona, le ricerce sul bosone di Higgs a Ginevra e l'immagine di Miley Cyrus che galleggia in una piscina…è il caos dell'informazione e dei miti contemporanei nell'era di internet e Cave ci sguazza un po' compiaciuto e un po' seriosamente divertito.

*L'edizione deluxe di Push the Sky Away propone un libretto illustrato di 32 pagine, più due inediti - Needle Boy e Lightning Bolts - che hanno ispirato due video di Iain Forysth e Jane Pollard inclusi nel Dvd


    


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