Delbert & Glen
Blind, Cripples & Crazy
[New West  
2013]

www.newwestrecords.com


File Under: r&b from texas

di Davide Albini (21/06/2013)

Dopo un'attesa lunga quarant'anni tornano ad incrociarsi le strade artistiche di Delbert McClinton e Glen Clark. I due musicisti texani si erano incontrati sulla scena dei piccoli club di Forth Worth alla metà dei sixties, uniti dall'amore comune per il r&b, il primo rockìn'roll, naturalmente il progenitore blues e la vecchia country music. Partiti alla conquista di un posto al sole della California, all'epoca vero e proprio eldorado musicale, nel lontano 1972 esordirono con l'omonimo Delbert & Glen, doppiato l'anno seguente da Subject to Change, ancora oggi considerati piccoli oggetti di culto del roots rock dell'epoca. Album sostanzialmente dimenticati (l'omonimo resta però un classico nel suo genere per gli appassionati), che hanno forse contribuito a separare le carriere dei due, in cerca di per alterne fortune.

Delbert McClinton è senza dubbio il più conosciuto, autentico nume tutelare della scena roots texana, che in tempi recenti ha conosciuto una seconda primavera in casa New West, attraverso una serie di dischi onesrti e ispirati, mentre Glen Clark, defilandosi dai riflettori, ha diviso il suo curriculum tra l'attività di autore (sue canzoni sono finite in mano a Etta James, Rita Coolidge e Loretta Lynn), quella di musicista (armonica e tastiere, spesso in tour con Bonnie Raitt e Kris Kristofferson) e di autore di colonne sonore (amico di Jim Belushi, ha curato gli episodi della fortunata serie Accordind to Jim). Oggi Blind Crippled & Crazy non possiede certo l'urgenza degli esordi né tanto meno la fame della gioventù, mostra soltanto due vecchi marpioni che hanno voglia di una rimpatriata e si possono permettere di gigioneggiare attraverso una dozzina di bozzetti di american music, dove tutte le passioni vengono a galla.

La band è la stessa che accompagna spesso McClinton in tour, tra cui spiccano il chitarrista Bob Britt e il tastierista Kevin McKendree, così come il produttore Gary Nicholson. Il sound segue quindi prevedibili traiettorie, mettendo insieme blues shuffle di chiara matrice texana (Oughta Know, dove si mette in evidenza l'ospite Anson Funderburgh alla sei corde), ballate country che danzano sul border macchiandosi di soul (un po' il marchio di casa McClinton, ad esempio in More and More Less and Less e nell'ottimo finale di If I Could Be your Lover), una riverniciata di buon vecchio rock'n'roll da autentica bar band (Whoever Said it Was Easy, una Peace in the Valley che tributa gli onori a Chuck Berry) e un tocco di New Orleans (Godd as I feel Today) che non guasta mai. Il gioco è semplice e dura quel che dura, per un album che piacerà ai più nostalgici dell'Americana dagli accenti black, quando ancora questa musica non aveva troppi compartimenti stagni in cui essere catalogata.


     


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