File Under:
old-school songwriters di
Nicola Gervasini (22/03/2013)
Stephen Fearing è un artigiano della canzone di vecchio stampo, uno di
quegli autori che sanno prendersi i loro tempi, non si angosciano per il fatto
che magari oggi sono in pochi gli ascoltatori disposti ad assecondare i ritmi
lenti e melmosi delle sue liriche e delle sue trame musicali. Chitarrista da sempre
adepto al suono tipico delle corde in nylon, Fearing ha composto uno dei migliori
songwriter-record degli anni novanta (The Assassin's Apprentice del 1995) prima
di rimanere un po' impantanato in alcuni album non esaltanti e distratto dalla
più acclamata carriera con i Blackie and The Rodeo Kings (il trio formato con
Colin Linden e quel Tom Wilson che tanto stiamo apprezzando con il suo progetto
Lee Harvey Osmond).
E' lo stesso Fearing a dichiarare che il precedente
Yellowjacket rappresentava la fine di un'era personale (uscì all'indomani del
fallimento di un matrimonio durato 14 anni) e artistica. Dichiarazione che potrebbe
far intuire un nuovo corso, ma Between Hurricanes, nuovo disco uscito
ben sette anni dopo, si "limita" invece a recuperare lo stile dei suoi anni novanta,
aggiungendo magari una personalità più consapevole e definita. Ci si libera leggermente
della pesante eredità di Bruce Cockburn, e magari ci si dirige più verso uno stile
più easy-folk alla Gordon Lightfoot (non è un caso che il disco si concluda con
una sua versione del classico Early Morning Rain).
Prodotto dall'esperto John Whynot (Bruce Cockburn appunto, ma anche Blue Rodeo
e Lucinda Williams) e registrato nel rassicurante scenario di Toronto, Between
Hurricanes è una di quelle raccolte di canzoni che richiede tempo e silenzio per
essere apprezzate, soprattutto perché il bel trittico iniziale As
The Crow Flies, Don't You Wish Your Bread Was Dough e Cold
Dawn sembra pensato apposta per allontanare il popolo dell'ascolto
veloce e distratto della rete.
Ci pensa Wheel
of Love a dare un tocco di leggerezza e ritmo, ma alla fine dei 54
minuti ci sarà solo il bar-boogie da Austin-rock di Keep
Your Mouth Shut a regalare tre minuti di brio in mezzo a tanta riflessiva
poesia. Qualche passaggio a vuoto c'è (The Half-life if Childhood), ma
se saprete trovare il momento giusto, ballate come The
Fool o la folkish The Golden Days
vi rapiranno. Probabilmente Stephen Fearing non è uomo in grado di produrre dischi
clamorosi, e gli arrangiamenti sempre spartani e misurati di Between Hurricanes
lo tengono ancorato ad un mondo "classic rock" che non lo aiuta certo a sfondare
nei mondi indie e new-folk, ma se non avete frenesie di innovazione, dategli pure
una chance.