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alt-country/ gotico americano di
Fabio Cerbone (11/06/2013)
Sono da sempre una delle creature più bizzarre, stranianti e poco addomesticate
che abbia prodotto l'ultima ondata di tradizione americana: capostipiti di una
frangia del tutto speciale dell'universo alternative country, quella più rapita
dal fascino antico delle murder ballads e del senso gotico di certa America profonda,
l'Handsome Family festeggia vent'anni di militanza (e di indipendenza)
con la consapevolezza di avere un suono ricoscibile, uno stile a suo modo unico,
con tutti i pregi e i difetti di una simile impostazione radicale. Non si può
certo dire che dai tempi di piccoli capolavori del genere come Though the Trees
o In the Air, la coppia Breet e Rennie Sparks abbia fatto passi
da gigante nella direzione di un cambio di prospettiva musicale.
I loro
sono semmai impercettibili scostamenti, dentro una formula che guarda molto alla
seduzione di un preciso immaginario, quello calato nella "natura selvaggia"
narrata dai testi di Rennie, facendo leva su quelle due tre regole di base: il
canto denso di Brett, i ritmi cadenzati tra vecchio country rurale e folk austero,
qualche inflessione più stravagante e persino pischedelica negli arrangiamenti,
sempre rigorosamente fatti in casa (Albuquerque, New Mexico, il loro campo base
da diversi anni). Insomma, un mondo affascinante e sospeso quello della Handsome
Family, che vive in una dimensione davvero isolata, non solo musicalmente, rispetto
a tutto ciò che li circonda. Popolato da animali ed elementi naturalistici di
ogni sorta, eppure capace di citare nel suo percorso personaggi storici come il
generale Custer e l'immortale autore Stephen Foster (quello di Oh Susanna, tra
le tante), Wilderness (disco che esce in edizione deluxe corredato
da un intero libro curato direttamente da Rennie) è il nono sigillo in studio
di un percorso artistico che ha fatto dunque del folk più ancestrale e della ballata
gotica la sua ragion d'essere.
Oggi a sostituire i racconti di uxoricidi
e amori tormentati di un tempo ci sono anguille (Eels),
gufi (Owls), rane (Frogs),
lucertole (Lizard) e ragni (Spider)
che sbucano dalla penna fantastica di Rennie Sparks, mentre il marito Brett continua
a far soccombere la musica della Handsome Family sotto il suo timbro inconfondibile
da baritono. C'è qualche luminosità in più del passato nel sound, come già era
avvenuto nel positivo Honey
Moon, ma il tappeto è ancora formato da quella immancabile mescolanza
di steel guitar, pianoforti, chitarre twangy, strumenti acustici e lontane risonanze
che rendono persino severe le interpretazioni di Glow
Worn e Wildebeet. La formula tuttavia è assai inchiodata, quasi
per stato di necessità, ad un tragitto immutabile: la singolarità della proposta
non decade, anche perché di concorrenti non se vedono all'orizzonte, ma se doveste
conoscerli soltanto oggi, allora Wilderness non è esattamente il disco da cui
prendere le prime mosse.