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country songstress di
Marco Restelli (05/03/2013)
Ah sì è vero, nel mondo della musica il cognome Williams è certamente inflazionato
(Lucinda, Dar, Robbie e chissà quanti altri) ma non tutti portano sulle spalle
un'eredità pesante come quella della nostra Holly che, nell'albero genealogico,
si ritrova due ingombranti signori come Hank Williams Senior (il nonno) e Junior
(il padre). Di certo l'avranno anche aiutata ad emergere dall'anonimato, ma è
altresì inevitabile che con loro si trova, volente o nolente, a doversi in qualche
modo confrontare. Alle spalle questa bellissima bionda dagli occhi azzurri, nata
e cresciuta in quel di Nashville, ha già due album di discreto successo come The
Ones We Never Knew (del 2004) e Here with Me (del 2009). Erano evidentemente maturi
i tempi per un nuovo disco, magari per provare a lasciare un segno più significativo,
e così oggi la cantautrice dà alle stampe questo The Highway (già
solo per il titolo, meritava di essere recensito in questa rivista) scegliendo
un approccio intimista che definirei "Springteeniano", specialmente
per quel filo conduttore rappresentato dalla sfortuna e da una certa decadenza
che lega i personaggi scelti per le sue storie.
Basta prendere, come esempio,
Drinking, il primo singolo apripista decisamente
a tinte forti. Musicalmente è molto legato alla tradizione country folk (significativo
il violino di Andy Leftwich), mentre il testo parla della crisi di una donna distrutta
dall'alcolismo, dalle violenze domestiche e dai tradimenti del marito (Why are
you drinkin' like the night is young?, the kids are in the bed and the day is
long done… why you're screaming like I don't have ears, baby i can hear you loud
and clear…. why you're cheating like a woman like this…). Toccante. Non cambia
praticamente mai questo mood malinconico, a partire dalla dolce e stripped down
Gone Away from Me, fino all'accoppiata formata
dall'interessante uptempo rootsy di Railroads,
che parla di un uomo a cui va tutto storto e da una Happy,
che con una melodia incantevole ci racconta di una donna che tutti provano inutilmente
a consolare, ma che realizza quanto l'amore della sua vita sia ormai troppo deluso
da lei, per tornare a renderla felice.
Nella title track poi, dove la
pedal steel di Dan Dugmore la fa da padrona, l'autostrada è vista metaforicamente
come luogo ideale per l'emancipazione da ogni tristezza che la vita ci riserva
(Everybody would you roll with me, roll with me, running down this dream, get
me out there on the highway). Continuano a lasciare piacevolmente il segno sia
il mandolino e la lap steel della breve ma affilata Let
You Go, sia la storia di Giving Up,
raccontata con delicatezza, che parla di una giovane madre di due bambini che
non regge il peso delle difficoltà, affogandole nell'alcol e lasciandosi andare.
Nella finale Waiting on June fa capolino fra
le backing vocals, senza sfigurare, anche una certa Gwyneth Paltrow che, guarda
caso, avevamo già visto interpretare una triste cantante nel film Country Strong.
Il pezzo, il più lungo dell'album, potrebbe esserne considerato facilmente il
porta bandiera, tenuto conto di quanto detto sin'ora, allineandosi in tutto e
per tutto alle canzoni che lo precedono ed il cui elevato livello qualitativo
mi lascia serenamente affermare che The Highway è da consderare il miglior disco
pubblicato fino ad ora da Holly e la sua solida band.